“Quei carabinieri sono stati sospesi e nel momento in cui saranno accertate le responsabilita’, l’Arma prendera’ le decisioni che le competono”, fino alla “destituzione: non vogliamo guarderemo in faccia a nessuno”. Lo ha detto Giovanni Nistri, comandante generale dell’Arma dei carabinieri, intervistato su Radio Capital sul caso Cucchi. Nistri sottolinea pero’ che parlare di “violenza di Stato e’ una sintesi giornalistica, ma non si tratta di una violenza dello Stato ma di alcuni appartenenti dello Stato: lo Stato non puo’ essere chiamato come responsabile della irresponsabilita’ di qualcuno. “Io non credo che l’arma debbba riacquistare dignità, Quando qualcuno dice che l’arma si deve risollevare, io dico che si risolleva tutti i giorni, ad esempio con i sei deceduti in servizio quest’anno, con i 1092 feriti per la lotta alla criminalità, con arresti e denunce e con il 72% dei reati perseguiti dalle forze dell’ordine nonché per l’impegno riconosciuto all’estero. L’arma si sente amareggiata perché alcuni suoi componenti sono coinvolti in una vicenda che certamente non fa onore ai singoli componenti, ma l’arma non è i singoli componenti, è ciò che viene espresso sul territorio tutti i giorni. Poi certo si va avanti con ancora maggiore convinzione nel sottolineare le cose che devono essere fatte meglio”.
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