Vanno a giudizio con l’accusa di corruzione elettorale il senatore di Fi Luigi Cesaro, i suoi fratelli Aniello e Raffaele (gia’ in carcere per un’altra inchiesta) e anche il figlio Armando, capogruppo del partito nel Consiglio regionale della Campania, insieme al consigliere regionale azzurro Flora Beneduce e ad altre 24 persone, tra imprenditori e professionisti. Agli imputati e’ stato notificato un decreto di citazione a giudizio diretto. Il processo avra’ inizio il 13 dicembre davanti al giudice monocratico del tribunale di NAPOLI Nord, che ha sede ad Aversa. L’inchiesta e’ relativa all’elezione di Armando Cesaro nel 2015 in Consiglio regionale: elezione – caratterizzata da un boom di preferenze – che secondo l’accusa sarebbe stata favorita da promesse e favori elargiti sul territorio. “L’inchiesta che ha portato al rinvio a giudizio, tra gli altri, del consigliere regionale FI Armando Cesaro, della sua collega di partito Flora Beneduce, del papa’ senatore e dei suoi due zii gia’ detenuti per altre vicende, al di la’ delle responsabilita’ che saranno chiarite in sede di giudizio, rimanda ancora una volta a un sistema di becera politica e scambi di favori che stenta a tramontare. Uno scenario, quello ricostruito e descritto dai magistrati, nel quale appare assodato che l’unica maniera per racimolare preferenze elettorali resta quella dei favori e di promesse di qualunque genere. Nulla che abbia a che vedere con l’interesse della collettivita’ e il bene comune”. Cosi’ il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle Gennaro Saiello. “Purtroppo – sottolinea Saiello – ancora oggi siamo costretti a constatare che esistono molti territori simili a veri e propri feudi, nei quali la scalata politica la si compie riempiendo il cesto dei favori con posti di lavoro, commesse pubbliche, appalti, denaro, finanche abbonamenti in palestra. E’ contro il rovesciamento di questo sistema che e’ nato e cresce il Movimento 5 Stelle, perche’ per fortuna il numero dei cittadini onesti e di quanti sono pronti a battersi per migliorare la qualita’ della vita di tutti resta considerevolmente maggiore rispetto a quello che compone le cricche di spregiudicati affaristi che, con il loro esercito di faccendieri, spaccia per politica la brama di potere e di arricchimento”.
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