Dopo venticinque anni, una donna – moglie di un esponente del clan che da mesi sta collaborando con la giustizia, fa luce sull’omicidio di Sergio Giordano, nipote del boss Mario Giordano, morto ammazzato nella faida della Piana del Sele che doveva definire gli assetti interni del clan Pecoraro Renna.
Sono quindi due gli indagati i quali, nella seconda metà degli anni Novanta hanno ricoperto ruoli di vertice nell’ambito del sodalizio. Secondo la nuova pista investigativa il delitto sarebbe maturato in seguito all’omicidio del capo zona Mario Giordano (zio di Sergio), trucidato il 16 febbraio 1991 per volere di Carmine Alfieri e di Ferdinando Cesarano che avevano recepito le richieste dei loro affiliati, Alfonso e Francesco Pecoraro.
Mario Giordano fu agganciato da un commando entrato in azione poco dopo il cimitero degli inglesi mentre si trovava in auto e da Pontecagnano stava raggiungendo Salerno. All’inizio gli inquirenti inquadrarono il delitto nell’ambito di una vendetta trasversale tra bande avversarie, invece solo dopo un po’ di tempo e con l’aiuto di alcuni collaboratori, tra cui Ettore Tedesco, furono chiari i retroscena in cui maturò il delitto.
La morte del capozona Mario Giordano, secondo gli inquirenti, fece aprire una guerra intestina nell’ambito del clan che, nell’area tra Pontecagnano e Bellizzi, aveva perso il proprio referente. Sergio Giordano, nipote del boss, era pronto a prendere il posto dello zio ma non aveva fatto i conti con gli altri esponenti del sodalizio che nutrivano la stessa ambizione. Così il 31 marzo del 1993 il nipote di Mario fu crivellato da una raffica di proiettili che non gli lasciarono scampo.
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