Napoli. La visione dei filmati delle video camere di sorveglianza cittadina e quelle di alcuni privati nella zona potrebbero dare un impulso positivo ad individuare i responsabili della stesa che la notte scorsa in via Vecchia Vicaria a Forcella per poco non faceva l’ennesima vittima innocente della barbarie camorrista. Quello della donna ferita, Anna Celentano di 41 anni, mentre si trovava affacciata al balcone di casa é il secondo episodio dello stesso tipo verificatosi in un anno in città. La sera di San Silvestro un 12enne fu raggiunto alle gambe da colpi esplosi in aria a scopo intimidatorio, in via Ravello nel quartiere San Giovanni a Teduccio: si tratto’ dell’ennesima ‘stesa’, i cui responsabili furono individuati e arrestati dalla polizia. Anche per il nuovo episodio le indagini della squadra mobile seguono al momento la stessa pista: la polizia di Stato sta esaminando i filmati di video sorveglianza della zona e sta sentendo, oltre la vittima del ferimento, altri soggetti del quartiere. Sul luogo della sparatoria la polizia scientifica ha rinvenuto 4 bossoli calibro 7,65. I raid intimidatori messi in atto dalle nuove leve della camorra, nel tentativo di dimostrare la propria supremazia contro gli avversari, rappresentano “una strategia scellerata”, che “serve solo ad attirare l’attenzione delle forze dell’ordine”. Lo ha spiegato all’agenzia di stampa Ansa il questore di Napoli, Antonio De Iesu: “Il fenomeno e’ frutto della magmaticita’ dei nuovi equilibri criminosi, dopo la destrutturazione dei grandi clan frutto dei risultati ottenuti dalle forze dell’ordine e dalla magistratura”. Il fenomeno delle ‘stese’ interessa diversi quartieri napoletani, dalla periferia occidentale a quella orientale fino al centro, in zone come i quartieri spagnoli e Forcella. In maniera particolare negli ultimi mesi gli episodi si sono registrati con maggiore continuità tra San Giovanni a Teduccio, Ponticelli e ai Quartieri Spagnoli. Aree dove le nuove leve della criminalità si contendono il business dello spaccio di droga, e dove sparare all’impazzata dovrebbe essere un segnale di supremazia rivolto ai rivali. Fenomeno che e’ stato al centro lo scorso anno di diverse riunioni del comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, alcune delle quali presiedute dall’allora ministro Minniti. Fenomeno al quale – assicura il questore – risponde “una attività investigativa e di controllo assidua e capillare da parte della Polizia di Stato e dei Carabinieri, sotto il coordinamento della Dda”. De Iesu ricorda che da alcune settimane è attivo il nuovo pool interforze, voluto dal procuratore capo Melillo e dalla procuratore minorile De Luzemberger, rivolto proprio alla lotta contro la criminalità giovanile: “Un esempio del forte impegno che forze dell’ordine e magistratura dispiegano sul territorio”, contro nuove leve della camorra sempre piu’ ‘baby’. “La fluidità degli equilibri criminali vede sempre piu’ spesso protagonisti giovani, tra i 17 e i 24 anni. L’eta’ non deve ingannare, sono criminali spietati”, sottolinea il questore. Come dimostra il caso dell’omicidio avvenuto a giugno all’esterno di una discoteca a Bagnoli, dopo una lite: per l’assassinio di un 27enne sono stati fermati dalla polizia due giovanissimi, di 19 e 17 anni. Il minorenne è imparentato con una famiglia di camorristi del clan Elia del Pallonetto di Santa Lucia.
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