Un telefonino miniaturizzato, con relativo carica batteria e una scheda sim, e’ stato rinvenuto durante una perquisizione ordinaria all’interno di una cella del carcere di Orvieto. Il cellulare era nascosto nella porta del bagno, mentre la sim era nella branda in dotazione ai cinque detenuti, tre italiani e due extracomunitari, ospitati nella cella. Si tratta del secondo sequestro, nella stessa struttura, nel giro di meno di una settimana. A rendere noto il ritrovamento – confermato dalla direzione della struttura penitenziaria – e’ il Sappe, Sindacato autonomo polizia penitenziaria. Secondo il segretario generale, Donato Capece, “sulla questione relativa all’utilizzo abusivo di telefoni cellulari e di altra strumentazione tecnologica che puo’ permettere comunicazioni non consentite e’ ormai indifferibile adottare tutti quegli interventi che mettano in grado la polizia penitenziaria di contrastare la rapida innovazione tecnologica e la continua miniaturizzazione degli apparecchi, che risultano sempre meno rilevabili con i normali strumenti di controllo”. Per Capece sono pertanto “indispensabili”, interventi immediati “compresa la possibilita’ di ‘schermare’ gli istituti penitenziari”.
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