Trapani. La Direzione Investigativa Antimafia di Trapani ha sequestrato beni mobili e immobili, per circa mezzo milione di euro, riconducibili ai figli e alla moglie di Mariano Agate, sanguinario boss mafioso di Mazara del Vallo deceduto nel 2013. Il provvedimento di sequestro è stato emesso dalla Sezione Penale e Misure di Prevenzione del Tribunale di Trapani, presieduta da Daniela Troja, su proposta della Dia, che ha applicato la norma del codice antimafia che consente di sequestrare i patrimoni illecitamente accumulati dai mafiosi anche dopo la loro morte. Mariano Agate, detto anche il “papetto” (il piccolo Papa) è stato uno dei più pericolosi boss mafiosi siciliani, condannato per traffici illeciti di stupefacenti, per associazione mafiosa, per diversi omicidi, alcuni dei quali eccellenti: fra tutti basti citare l’omicidio di Giangiacomo Ciaccio Montalto e la strage di Capaci. Numerose sentenze irrevocabili di condanna hanno attribuito a Mariano Agate, per oltre trent’anni, l’indiscusso ruolo di capo del mandamento mafioso di Mazara del Vallo, nel trapanese. Fedele alleato dei mafiosi corleonesi, Agate si sarebbe altresi’ prodigato per garantire nell’area di Mazara del Vallo lunga e sicura latitanza al boss Toto’ Riina, al quale venne fornito supporto logistico oltre che falsi documenti d’identita’ facenti capo all’agricoltore Giuseppe Bellomo, cugino di Agate. Insieme alle rilevanti interessenze dell’Agate nel traffico internazionale di stupefacenti e di tabacchi lavorati esteri, plurime sentenze irrevocabili hanno accertato il suo ruolo decisivo nella deliberazione e nell’esecuzione di numerosi omicidi di mafia.
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