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Una sentenza che la donna, vestita di nero, capelli lunghi schiariti, non accetta reagendo violentemente prima contro un giornalista, che manda 'al quel paese', e poi contro il suocero, Andrea Stival, che lei ritiene la causa di tutti i suoi mali: lo ha accusato di avere ucciso Loris per non fargli rivelare al padre di una loro presunta relazione, ma non è creduta da più giudici. In aula, in piedi, lo indica nettamente con un dito e urla: "Sei contento? E tutta colpa tua, ma ti ammazzo con le mie mani quando esco...". La donna è portata fuori dalla polizia penitenziaria. Ma ritiene la "condanna ingiusta" e lo dice al suo legale, l'avvocato Francesco Villardita che riferisce dello sfogo dell'imputata prima che venga trasferita in carcere: '"Da adesso sconti non ce ne saranno più per nessuno: dato che non ho avuto giustizia, la giustizia me la farò da sola e quando uscirò dal carcere lo ucciderò". Frasi che, per il penalista, "in un momento di sconforto ci possono stare anche se - sottolinea l'avvocato Villardita - non si possono giustificare. Dobbiamo comprendere il suo stato d'animo". Andrea Stival, parte civile nel processo, replica tra rabbia e sdegno: "E' emerso lo schifo che ha fatto Veronica Panarello. Non c'è alcunché che potrei dire di lei che ha tolto la vita a un bambino e alle persone che stanno accanto a me. Non ci sarà mai giustizia per mio nipote, perché non tornerà più".





