foto archivio
Nessuna delle quindici persone offese, vittime delle violenze del clan degli Spada, ha ritenuto di presentarsi alla prima udienza del processo in corte d’assise o di avanzare, tramite propri legali, richiesta di costituzione di parte civile. Per la Procura di Roma, tutto cio’ e’ indicativo del clima di paura che ancora si registra tra gli abitanti di Ostia, nonostante gli arresti degli ultimi tempi. Ed e’ questa una delle ragioni per cui i pm della Dda Mario Palazzi e Ilaria Calo’ hanno insistito perche’ gli imputati, tutti detenuti in carceri fuori dal Lazio, possano seguire il dibattimento a loro carico soltanto in videoconferenza: “Permangono gravi problemi di sicurezza – hanno detto i magistrati – legati a un contesto criminale mai placato”. Buona parte degli imputati risponde del reato di associazione di stampo mafioso e merita quindi, secondo i pm, di essere sottoposto a un regime di alta sorveglianza.
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