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Una circostanza che Touray aveva gia' appreso in Gambia, prima di intraprendere il viaggio che poi l'avrebbe portato verso il Mo'askar (l'addestramento). L'informazione ha suscitato la curiosita' degli investigatori del Ros, coordinati dal colonnello Gianluca Piasentin. L'Iphone, infatti, e' ritenuto un cellulare difficilmente decriptabile. Nel febbraio del 2016, in nome della privacy dei suoi clienti, la Apple fu coinvolta in una querelle giudiziaria: si oppose a un'ordinanza del giudice federale di Los Angeles che imponeva alla factory di Cupertino di fornire all'Fbi tutta l'assistenza tecnica necessaria per decriptare i dati contenuti nell'iPhone5c di Syed Rizwan Farook, uno dei due killer che il 2 dicembre 2015 assaltarono un centro di assistenza a San Bernardino, uccidendo 14 persone. L'uomo, insieme alla moglie, venne poi ucciso in un conflitto a fuoco con la polizia. Alla fine le autorita' federali Usa riferirono di essere riusciti a sbloccare il telefono del terrorista ma senza la collaborazione della Apple. Il sospetto dell'aiutino, pero', ci fu. E, forse, proprio in questa circostanza, risiede la risposta che gli inquirenti italiani ipotizzano: la Apple, in quanto statunitense, potrebbe essere piu' incline di altre aziende a soddisfare le istanze degli investigatori americani.
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