Politica

Comunali, cadono Pisa, Siena e Massa: la Toscana non è più rossa

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Un terremoto. Nella Toscana un tempo feudo rosso, la sfida ai ballottaggi nei tre comuni capoluogo in cui si e’ votato per le amministrative si trasforma in una Caporetto della sinistra. E, a meno di un anno dalle elezioni per il rinnovo del consiglio regionale, lancia un centrodestra sempre piu’ a trazione leghista verso la possibile conquista (anche simbolica) di Firenze. Che anche la Toscana fosse diventata “contendibile” lo si era visto da tempo. Tuttavia la caduta, una dietro l’altra, di tre storiche roccaforti come Pisa, Siena e Massa (dove il centrodestra dal dopoguerra ad oggi non aveva mai governato) ha fatto rovinosamente franare anche le ultime convinzioni di un possibile recupero per una sinistra che si e’ presentata agli ultimi appuntamenti elettorali sempre piu’ divisa e rissosa. Per quanto molto diverse fra loro, le storie dei tre capoluoghi perduti dal centrosinistra hanno infatti un minimo comune denominatore: sia Andrea Serfogli (Pisa), sia Bruno Valentini (Siena) che Alessandro Volpi (Massa) non sono riusciti a coagulare intorno ai propri nomi, se non tutta, almeno la gran parte della galassia del centrosinistra. E cosi’, gia’ al primo turno, a fianco dei candidati ufficiali del Pd, si sono presentati altri aspiranti sindaci espressione dell’opposizione interna, con fratture che non si sono certo ricomposte in vista del turno di ballottaggio. Al contrario, complici gli eccellenti risultati ottenuti alle elezioni politiche di marzo, il centrodestra si e’ presentato compatto come non mai riuscendo a fare cappotto contro ogni previsione della vigilia. In una Toscana che vira decisamente verso destra, fa eccezione solo il risultato di Campi Bisenzio, comune a meta’ strada fra Firenze e Prato, dove Emiliano Fossi (Pd e altre liste civiche) e’ riuscito a respingere l’assalto di Maria Serena Quercioli (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia). A Pietrasanta invece, comune versiliese gia’ in precedenza amministrato dal centrodestra (il sindaco Massimo Mallegni si era dimesso per candidarsi alle ultime politiche nelle file di Forza Italia), l’ex vicesindaco Alberto Giovannetti e’ riuscito a sventare il tentativo di rimonta di Ettore Neri (Pd). Caso a parte e’ infine quello di Pescia, dove si riconferma sindaco a furor di popolo con oltre il 60% dei voti Oreste Giurlani – dimessosi dopo essere stato coinvolto in una inchiesta giudiziaria e ripresentatosi con il sostegno di alcune liste civiche – che ha superato anche al ballottaggio il candidato del centrodestra Francesco Conforti.


Articolo pubblicato il giorno 25 Giugno 2018 - 08:18

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