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Castellammare: i baby orchi hanno cercato di distruggere le prove. Uno dei quattro vuole parlare coi magistrati

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Castellammare. Hanno cercato di distruggere le prove i cinque baby orchi stabiese che in gruppo hanno violentato una ragazzina di 12 anni di Gragnano. Le prove impresse sui loro smartphone che hanno ripreso le scene della bestiale violenza con la quale hanno cancellato l’innocenza di una ragazzina. Sono cinque quindi e non 4 i violentatori. Uno non è stato ancora individuato. Lo ha riferito ieri parlando a Radio Crc l’avvocato Roberto Chiavarone, legale della famiglia della piccola che ha ancora  precisato che dalle analisi cliniche effettuate è risultato che la piccola non è incinta. E’ stato un false allarme, fortunatamente. La piccola ha raccontato tra le lacrime la sua storia bestiale spiegando al magistrato della Procura per i minori di Napoli che tutti hanno ripreso le scene con i propri smartphone. E allora la polizia l’altro giorno li ha sequestrati con un mandato di perquisizione nelle rispettive abitazioni nel corso delle quali sono stati anche prelevati i campioni organici per effettuare le prove del Dna su ognuno di loro. Intanto il pm ha nominato un consulente tecnico che ha
20 giorni di tempo per svolgere gli accertamenti sui telefonini. Il video, probabilmente, è stato cancellato, ma non dovrebbe essere impossibile recuperarlo. Potrebbe essere quella la prova schiacciante per incastrare alle loro responsabilità i baby orchi. Poi sarà il gip del Tribunale dei minori a valutare le richieste del pm della Procura sempre per i minori di Napoli che sta coordinando le indagini condotte dagli agenti del commissariato di polizia di Castellammare. A casa di uno dei quattro indagati individuati è stato sequestrato anche un computer. Gli investigatori stanno analizzando anche le chat e i social dei ragazzi per capire se ci sono stati messaggi  e conversazioni in cui si faceva riferimento allo stupro ma stanno anche cercando di individuare il seminterrato dell’orrore dove la ragazzina sarebbe stata portata con l’inganno di partecipare a una festa da uno dei quattro e dove invece sarebbe avvenuta la violenza di gruppo. Uno dei ragazzi, tutti appartenenti a famiglie legate al clan D’Alessandro, ha fatto sapere attraverso il suo legale di voler essere interrogato al più presto dalla Procura per i minori e di voler spiegare la sua versione dei fatti. Il sospetto che sta venendo fuori in queste ore è che si voglia far passare la piccola come consenziente. L’avvocato Chiavarone ha anche spiegato che “gli inquirenti, seguendo correttamente i protocolli che si applicano in questi casi” e che si tratta di “persone semplici, molto scosse dall’accaduto”. Ora con la cautela del caso le indagini vanno avanti per ricostruire la squallida vicenda.


Articolo pubblicato il giorno 27 Maggio 2018 - 11:35

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