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Avellino, Aveva colpito con uno schiaffo l’insegnante, in seguito a un rimprovero ricevuto. Questa la reazione di uno studente dell’Itis Dorso di Avellino per la quale sono stati previsti sette giorni di espulsione didattica e sette giorni di servizio interno di educazione civica e diritto, con l’ausilio di alcuni professori della scuola. Non una provvedimento punitiva, come più volte ribadito dallo stesso preside, Carmine Iannaccone, ma “una disposizione pedagogica e formativa per far riflettere e recuperare a pieno l’allievo”. Il diciottenne mercoledì scorso era entrato nel cortile dell’istituto in sella al suo scooter in maniera giudicata pericolosa dal docente di laboratorio di elettronica, Giancarlo Schena, che lo aveva subito richiamato. Un buffetto sulla guancia e poche parole che hanno fatto scattare la reazione violenta del giovane. Nella tarda mattinata di ieri, come riporta l’edizione di Avellino de Il Mattino, presso l’ufficio di presidenza della scuola di via Morelli e Silvati si è svolto il secondo consiglio di classe sulla vicenda, dopo quello preliminare di giovedì scorso. La riunione, secondo indiscrezioni, avrebbe ricalcato l’impostazione data in precedenza per raggiungere una decisione unanime sul provvedimento da comminare all’alunno. Naturalmente, il verbale sottoscritto dai rappresentanti dei genitori e dei docenti, in seguito al racconto delle versioni del ragazzo e del professore, costituisce la base di quanto ha disposto lo stesso dirigente scolastico. Un atto che proprio Iannaccone tiene a precisare è “di natura privata, in quanto non derivante da un procedimento pubblico bensì da un confronto a porte chiuse”. Per questo motivo bocche cucite, nonostante il clamore del gesto che ha fatto rimbalzare la notizia su agenzie e media nazionali. “Il provvedimento deve restare nell’ambito scolastico nell’interesse del ragazzo afferma il preside per dargli la possibilità di continuare il suo percorso scolastico. Del resto, si tratta di una misura presa guardando l’interesse di tutti, e in particolare dell’alunno, affinché si ravveda e non ripeta più l’errore fatto. Come scuola, in questo momento, siamo ancora sconvolti ma abbiamo dovuto dare prova di responsabilità. La fase disciplinare si è conclusa, ora non resta che comunicare la decisione ai diretti interessati. Un provvedimento che potrebbe anche essere appellato con istanza scritta al comitato di garanzia. Da parte nostra, come sempre, c’è la massima trasparenza sui procedimenti utilizzati e su quanto disposto. Il fatto accaduto resta grave, noi ci stiamo mettendo la faccia e ci stiamo prendendo una grossa responsabilità, privilegiando l’aspetto riabilitativo”. 


Articolo pubblicato il giorno 15 Maggio 2018 - 08:50

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