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Infatti, nel corso di perquisizioni, i carabinieri scoprono diversi nascondigli nelle abitazioni di indagati nei quali vengono riposti droga, quaderni di contabilita' e contatti, denaro e bilancini di precisione in caso di controlli delle forze dell'ordine. E' quanto accade il 24 ottobre di due anni fa, quando i militari dell'Arma si recano a casa di due coppie di conviventi, con le quali abita anche la madre di uno di loro. Dopo aver atteso piu' di 5 minuti perche' la porta venga aperta, scoprono una intercapedine ricavata sotto una mattonella del pavimento del balcone della cucina che si apre solo passando davanti a un sensore posizionato al di sopra di un mobile della cucina una 'pennetta', riposta in maniera apparentemente casuale in un portapenne. Nel vano dosi di droga, anche cocaina, in bustine o palline, un quadernetto e block notes con nomi e cifre annotati, un bilancino, e piu' di mille euro in contanti. I cinque verranno arrestati. L'indagine nasce come approfondimento investigativo di due arresti legati a un'altra perquisizione, a Ercolano. madre e figlia, Filomena Gallotti e Lucia Sasso, hanno in casa un grosso quantitativo di cocaina, e in caserma ammettono di custodirla e dicono di averla presa da un'altra donna, tra gli arrestati di oggi, che, dopo aver iniziato a spacciare con il marito, anche dopo averlo lasciato per maltrattamenti, ha continuato in questa attivita'. Le varie piazze nei tre comuni del vesuviano vengono via via individuate grazie anche a intercettazioni che nascono come ambientali, ma comprendono diverse telefonate dato che, come spiega il gip, molti indagati hanno l'abitudine di parlare a "cornetta sollevata", in pratica in viva voce. Lo spaccio e' itinerante e con ordini telefonici da parte dei clienti, ma il "panorama e' frastagliato", tanto da non permettere di contestare il reato di associazione a delinquere.






