Nelle prime ore della mattinata, nelle province di Caserta, Benevento e Torino, i carabinieri di Mondragone, unitamente a personale del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria, stanno dando esecuzione a una misura di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli nei confronti di 4 indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, di detenzione illegale di armi da sparo e da guerra, tentata estorsione e tentata rapina, con l'aggravante del metodo mafioso.Potrebbe interessarti
Napoli, arrestato a Piazza San Francesco un 35enne ricercato: dovrà scontare oltre due anni di carcere
Napoli, sorpreso a spacciare in via Firenze: arrestato 30enne con droga in casa
Napoli, due minorenni in scooter rubato con una pistola replica: denunciati a Piazza Bellini
Napoli, rapina una donna in Corso Umberto: arrestato 28enne marocchino
Minacce nei confronti del pm che conduceva l'inchiesta per la nascita di un nuovo gruppo di camorra legato al figlio e al fratello del boss. C'e' anche questo nell'indagine dei carabi ieri che tra Caserta, Benevento e Torino, ha portato all'esecuzione di 4 misure cautelari emessi dal gip si Napoli. Una indagine iniziata nel 2015 a Mondragone e che contesta agli indagati i reati di detenzione illegale di armi comuni da sparo e da guerra, con l'aggravante del metodo mafioso. Intercettazioni telefoniche e ambientali, nonche' lo stretto monitoraggio in carcere del boss Augusto.La Torre, capo indiscusso a Mondragone tra gli anni '80 e '90, e del fratello Antonio, hanno evidenziato come i due, dal luglio di tre anni fa abbiano illegalmente detenuto e portato in luogo pubblico piu' armi comuni da sparo e un'arma da guerra (pistola Glock, mitra da guerra, pistola cal. 38, fucile M52, pistola cal. 7.65) per riaffermare l'egemonia del clan in quel territorio.Dalle conversazioni ambientali, registrate durante i colloqui in carcere, e' emerso che Augusto, fratello Antonio e il figlio di Augusto, Tiberio, in piu' occasioni abbia fatto riferimento alle armi e a come nasconderle, formulando minacce di morte nei confronti del pm Alessandro D'Alessio, titolare dell'indagine insieme a Maria Laura Lalia Morra. Destinatari del provvedimento Antonio La Torre, 62 anni, e Francesco Tiberio La Torre, 31 anni, rispettivamente fratello e figlio del boss. Colpiti anche i pregiudicati Luigi Meandro, e Salvatore De Crescenzo, gia' detenuto. Lo stesso Augusto La Torre e' indagato per estorsione, aggravata dal metodo mafioso, poiche', tra marzo e aprile 2015, in qualita' di capoclan, invio' dal carcere di Pescara da dove era detenuto una lettera minatoria all'amministratore di un condominio di Mondragone, con la quale pretendeva l'assunzione di suo figlio Tiberio, cui L'uomo oppose un rifiuto. Nello stesso periodo il boss risulta aver inviato, con le stesse modalita' intimidatorie, una lettera al proprietario di numerose abitazioni all'interno di quel complesso edilizio, con la quale richiedeva 25.000 euro; anche in questa occasione la vittima prescelta non aderi' alla richiesta estorsiva.





