Aggressioni a medici, la Fiaso stima che sono almeno 3 mila l’anno. Nel 2018 denunciati solo all’Inail 1.200 casi di violenza. Secondo la stima della Fiaso, la Federazione di Asl e Ospedali “le aggressioni negli ospedali e negli ambulatori pubblici sono un’emergenza che richiede risposte d’emergenza, a cominciare dall’inasprimento delle pene per chi aggredisce gli operatori delle aziende sanitarie. Il calcolo arriva dopo gli episodi emersi oggi a Napoli, Roma e in provincia di Bari. Solo all’Inail sono stati denunciati 1.200 casi. Francesco Ripa di Meana, presidente Fiaso, annuncia l’avvio di una raccolta firme per la presentazione di un disegno di legge di iniziativa popolare. “Chiediamo il sostegno degli Ordini professionali e dei rappresentati dei cittadini – spiega – l’iniziativa prenderà il via il primo maggio, con una raccolta di firme che partirà da Palermo, città teatro di numerose aggressioni nell’ultimo periodo”. La Federazione ha poi reso noto che s’impegnerà ad avviare un confronto con Prefetture e Questure per concordare procedure che possano garantire la massima tempestività dell’intervento delle forze dell’ordine nei luoghi di cura.
“Abbiamo deciso di lanciare un contatore delle aggressioni a medici e personale sanitario per monitorare i casi di violenza nelle strutture ospedaliere sul sito www.coasmedici.it”, annuncia Alessandro Garau, segretario nazionale del sindacato Coas Medici Dirigenti. Non solo, il sindacato ha messo a disposizione una mail aggressioninospedale@coasmedici.it, simile ad uno sportello d’ascolto dove raccontare casi simili a quelli degli ultimi giorni a Roma, Napoli e in provincia di Bari. “Lavorare in ospedale sta diventando pericoloso. L’aggressione avvenuta ieri all’ospedale Sant’Andrea di Roma – aggiunge – è solo l’ultima di una serie di violenze e minacce che cresciute di numero e gravità negli ultimi mesi”. “Svolgere con professionalità il proprio mestiere – aggiunge – sembra non bastare più in questo clima di fake news e polemiche in cui tutti hanno la possibilità di consultare online i sintomi della propria malattia senza averne le adeguate competenze”. Garau parla inoltre di un malessere diffuso da parte degli utenti che rivolgono astio, rabbia e frustrazione contro il personale medico.
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