Condannati per l'omicidio del boss di Caivano a Nettuno, assolti in Appello i tre presunti killer.Potrebbe interessarti
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Le indagini avevano acclarato, in base anche a riscontri del Dna che i tre uomini erano a Nettuno, in quei giorni in cui si decideva e si commetteva il delitto. Alcuni pentiti avevano sostenuto la tesi che l'omicidio fosse maturato nell'ambito della scissione del clan Ciccarelli per la gestione delle piazze di spacco di Caivano e del territorio tra Formia e Nettuno. La presenza dei tre spinse la Procura capitolina ad emettere un decreto di fermo e ad ipotizzare che Laurenza, Dell'Annunziata e Belardo fossero i tre killer.
Gli avvocati Saverio Senese, Antonio Abet e Giuseppe Perfetto hanno sostenuto il contrario, nessuna prova - neppure dalle telecamere di sorveglianza presenti nella zona - lasciava supporre che i tre imputati avevano sparato. La mancata identificazione certa dei killer ha indotto i giudici della Corte d'Assise d'Appello ad emettere una sentenza di assoluzione, accogliendo il ricorso della difesa.
Un processo indiziario nel quale avevano contato molto, le intercettazioni ambientali e telefoniche, il Dna e le impronte digitali trovate nell'appartamento di Nettuno, ritenuto base logistica dei killer. Stessa zona di provenienza tra indiziati e vittima, un'esecuzione mafiosa, le velleità di Modestino Pellino e la scissione nel clan Ciccarelli avevano fatto il resto. Ma è mancata la prova 'madre' quella dell'assoluta e certa identificazione dei killer immortalati da tre telecamere. Ed è arrivata l'assoluzione in Appello.
(nella foto Luigi Belardo, Raffaele Dell'Annunziata,Raffaele Laurenza)





