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Mertens ha smarrito la via del gol da cinque gare: "Non sono il centravanti che vive solo per il gol. Non sto li' ad aspettare che arrivi la palla giusta. Lavoro con e per la squadra. Un assist, se vinciamo, ha lo stesso valore di un gol. Preferisco i tre punti". Bisogna pero' essere al top della condizione: "Questo e' un momento difficile e stiamo provando a superarlo. Ma sono fasi che possono capitare. E' successo e non mi sembra che abbiamo perso troppo terreno. Davanti a noi c'e' solo l'Inter, siamo a meta' del cammino. Non so se ci riusciremo, ma il nostro obiettivo resta lo scudetto". Per Mertens non e' un problema di stanchezza, fisica o mentale: "Non credo, siamo giovani e con tanta voglia di stare sul pezzo. Mi lamentavo quando non potevo giocarle tutte, non adesso che sono sempre in campo. Piuttosto siamo diventati vittime del nostro gioco. Le squadre ormai ci conoscono e studiano il modo per bloccarci. Qualcosa dovremmo cambiare per continuare a sorprendere e diventare piu' imprevedibili".
Nel frattempo il Napoli ha detto addio alla Champions: "Ho sentito che l'abbiamo snobbata o che inconsciamente ci siamo applicati di meno. Abbiamo dato tutto, invece. Come faremo in Europa League. Nel calcio, poi, non tutto fila sempre liscio, ci sono gli episodi che non sono girati a nostro favore. E poi gli infortuni di giocatori importanti. Non e' una giustificazione, certo. Durante una stagione devi mettere in conto che puo' capitare". Diventa complicato quando, rispetto alle altre squadre, il Napoli ha una panchina meno lunga: "Quando parlo di squadra forte mi riferisco a tutti e 25 i giocatori, pronti a fare qualsiasi cosa pur di raggiungere l'obiettivo. Il secondo tempo contro la Fiorentina ci ha gia' detto che siamo in ripresa, siamo tornati sulla strada giusta. Le altre squadre sono altrettanti forti ma possiamo competere. Con Juventus o Inter? Non ci piace guardare in casa d'altri. Entrambe possono darci fastidio fino alla fine, ma pensiamo a come migliorarci. Rispetto all'anno scorso siamo diventati piu' adulti, non ci lasciamo condizionare dal momento ne' dalla forza degli altri. Abbiamo imparato a lavorare su noi stessi, sentendoci in grado di imporre il nostro gioco".
Ad Higuain, suo ex compagno di squadra ora alla Juve, non ha fatto gli auguri di compleanno: "Caspita, me ne sono dimenticato. Capita. Non credo ci abbia fatto caso. Il suo gol al San Paolo? E' un fuoriclasse, lo sapevamo. Ma ora gioca in un'altra squadra. Non mi va di parlare di lui". "Sono rimasto a Napoli perche' ho creduto in questo gruppo, nella forza di Sarri e del progetto - prosegue Mertens - Potevo guadagnare molti piu' soldi in Cina, ma questa citta' e' un po' la mia citta', i tifosi meritano di vincere. Ci stiamo provando e speriamo di riuscirci. Se resto a Napoli? Ho un contratto di due anni". Con una clausola di 28 milioni che lui stesso ha definito un affare per chi la paga: "Da me non e' venuto nessuno. In ogni caso, sono concentrato su questo momento, voglio continuare a divertirmi e vincere, al dopo non penso. Nel calcio puo' succedere di tutto, meglio non andare troppo oltre". Mertens, infine, assicura che "non faro' mai l'allenatore, troppo stress. Mi piacerebbe insegnare calcio ai bambini. Sarri e' stressato? "Direi di si'... Cinque pacchetti di sigarette al giorno...".