Gestivano due case di appuntamenti a Castel Volturno  in cui costringevano donne dell'Est a prostituirsi.Potrebbe interessarti
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I due conviventi sono finiti in carcere mentre e' stato posto ai domiciliari il terzo indagato, il pensionato Vincenzo Giuliano, che si occupava di prendere all'aeroporto di Capodichino le ragazze in arrivo dai Paesi dell'Est Europa, tutte ignare del destino cui andavano incontro, e accompagnarle a Castel Volturno, e poi fare il percorso inverso quando qualche ragazza tornava in patria. Giuliano, e' emerso, riceveva in cambio prestazioni sessuali. Per la seconda volta in pochi mesi, i carabinieri si sono imbattuti nelle loro indagini nel sito "Bakekaincontri"; era accaduto ad ottobre scorso, quando era emerso un giro di prostituzione a Casagiove, nei pressi del capoluogo, in cui gli annunci venivano pubblicati proprio sul portale. Nell'inchiesta era rimasto coinvolto anche il nonno di Fortuna Loffredo, la bimba di 6 anni vittima di abusi e morta il 24 giugno del 2014 a Caivano dopo essere stata scaraventata giu' dall'ottavo piano del palazzo dove abitava, nel Parco Iacp di Caivano.
Le case d'appuntamento erano a Castel Volturno, nel complesso Fontana Blu, in via del Mare, e in via delle Acacie, dove e' avvenuto anche il sequestro dell'abitazione usata per la prostituzione; i carabinieri hanno sequestrato anche documenti con le tariffe adottate, altri in cui erano riportati i nomi dei vari clienti con l'importo speso. Un giro d'affari molto alto, su cui la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ha iniziato a indagare nell'aprile di quest'anno, dopo la denuncia di una ragazza che era riuscita a scappare da una delle "case" di Castel Volturno per poi arrivare a Roma, dove una pattuglia dell'Arma l'ha soccorsa; la donna ha poi raccontato l'incubo di cui era stata vittima, indicando i nomi dei suoi "sfruttatori".
Dagli accertamenti, compiuti attraverso pedinamenti, e' emerso che Micera e la Zmeeva erano gli organizzatori del racket; il primo fungeva da autista delle ragazze e si occupava della gestione quotidiana delle case d'appuntamento; la compagna teneva i contatti con i clienti, procurando gli incontri e aggiornandoli con squilli sulle loro utenze circa l'arrivo di nuove ragazze e le loro caratteristiche fisiche. Riscuoteva, alla fine delle prestazione sessuali, il 50% dell'importo pattuito.



 
                                    

 
     


