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“Abbiamo appreso da fonti giornalistiche che alcuni giorni fa il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, si è incontrato con l’ad della Fincantieri, Giuseppe Bono. Nell’incontro, l’ad di Fincantieri ha ribadito che il futuro produttivo dello stabilimento di Castellammare per i prossimi anni riguarderà la costruzione di traghetti e nulla più. A questo punto i lavoratori del cantiere possono stare tranquilli”. E’ quanto si legge in un comunicato diffuso da Cgil Campania e Napoli nel quale si dichiarano “di parere opposto, perché se così è il futuro produttivo del cantiere, si rischia se non la chiusura, un sicuro ridimensionamento produttivo ed occupazionale”.
“È chiaro – secondo la Cgil – che in questo modo si dà spazio ad altri progetti ed ad altri soggetti interessati all’area del cantiere. Le esternazioni sulla stampa servono a poco e bene farebbe il Presidente De Luca a convocare le organizzazioni sindacali che da tempo chiedono di discutere di Fincantieri Castellammare”. “Nel passato – precisa la Cgil – molti sono stati i traghetti prodotti a Castellammare e non di piccole o medie dimensioni ma di 230 metri ed oltre. Facendo però solo i traghetti e non navi, il cantiere rimarrebbe di supporto o di seconda fascia. E tutto questo proprio quando la concorrenza, anche interna, è altissima”. “Vogliamo ricordare – prosegue la nota – l’acquisizione di STX con i suoi cantieri dotati di infrastrutture al top e tecnologie avanzatissime e con 5mila dipendenti. Ecco perché sono necessari importanti investimenti. Il bacino a questo punto si fa o non si fa, presidente De Luca? Per noi sarebbe una scelta coraggiosa e di lunga prospettiva. Lo studio di fattibilità fu fatto negli anni passati.
Ci sono due proposte: perché non si prendono in considerazione?”. “Dieci anni fa – concludono Cgil Campania e Napoli – fu stipulato un piano che andava in quella direzione. Oggi non resta più nulla ma noi abbiamo l’obbligo di stabilire nuove strategie e nuove certezze sui carichi di lavoro, sulla missione produttiva e soprattutto sugli investimenti. Il cantiere, pur avendo strutture obsolete, è il più produttivo e oggi bisogna gettare le basi per la sua salvaguardia. È evidente a tutti che senza il sito di Castellammare non esiste più la cantieristica a Napoli ed in Campania”.
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