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Camorra, il pentito: ''I Mallardo prendevano il 30% dagli incassi della banda dei falsari''

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Anche l'Alleanza di Secondigliano aveva interessi sul giro di soldi falsi smerciata in tutta Europa dalla banda guidata dal falsario Giuseppe Angellotti di Marano e dalla famiglia Visiello di Torre Annunziata  e sgominata l'altro giorno dalla Guardia di Finanza.

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Aveva addirittura imposto una tangen­te del 30% all’anno sugli incassi dei maghi della truffa.
E’ quanto racconta - in un verbale del 14 maggio 2013 - il pentito Giuliano Pirozzi, super pentito del clan Mallardo, l’uomo che ha svelato i misteri della cosca con base nei Comune di Giugliano.
Pirozzi, parlando di Enrico Cante, una delle figure al centro dell’inchiesta,  49enne di Giugliano colpito da una misura cautelare di obbligo di dimora insieme con il fratello Domenico, racconta che al clan l’affare dei soldi falsi faceva gola. "E’ un’attività riferibile sempre ai Mallardo, in quanto il clan percepisce il 30% annuo sugli utili di questa vendita di banconote false".
I Mallardo, però, non si limiterebbero a portare a casa i soldi, quelli veri. Come racconta nei suoi verbali il collaboratore di giustizia, il clan "interviene anche aiutan­do l’organizzazione di Cante a creare basi logistiche per la distribuzione sul territorio e all’estero, grazie ai legami che i Mallardo nel corso degli anni hanno instaurato in varie parti d’Italia".
Secondo Pirozzi, Cante gli avrebbe riferito che nel settembre 2012 "stava organizzando un traffico di soldi falsi con la Romania, Bulgaria e in generale con i paesi delì’Est e che si stava occupando anche della stampa delle banconote rumene".

Articolo pubblicato il 15 Novembre 2017 - 16:21 - Redazione

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