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I giudici della Corte d'Assise d'Appello, inoltre, ribadiscono che non vi furono responsabilità da parte dei medici che ebbero in cura per tre giorni il giovane nocerino, come aveva sostenuto la difesa. E la circostanza che il tifoso ultrà fosse stato colpito violentemente con un casco non era dedotto da 'voci correnti' ma da 'precisi e inoppugnabili elementi di prova scaturenti dall'autopsia. un quadro che non si scalfisce anche se le prime informazioni si raccolgono da ambienti amicali e familiari'. A conclusione delle motivazioni, i giudici ribadiscono che l'imputato non aveva intenzione di uccidere la vittima e dunque, l'accusa di omicidio preterintenzionale e non volontario: 'Non si persegue un intento omicida armandosi di casco. Non voleva sopprimerlo, ma solo dargli un'ulteriore lezione' scrivono nelle motivazioni. La sentenza emessa a luglio scorso sarà impugnata dalla difesa di Ferraro che sicuramente ricorrerà in Cassazione.
Le motivazioni per l'omicidio dell'ultrà di Nocera: ''Ferraro è colpevole, ma non voleva uccidere Dario''
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