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Chiesti dieci anni di carcere per la mamma di Castel San Giorgio che faceva prostituire la figlia non ancora quattordicenne. Nessuna perizia è stata necessaria per accertare le sue capacità di intendere e di volere e, con rito abbreviato, il pm Elena Guarino del Tribunale di Salerno ha chiesto per Marianna C. – difesa dall’avvocato Carmelina Maiorino – una condanna a dieci anni mentre nove anni sono stati richiesti per il muratore Giuseppe A. (difeso dall’avvocato Giovanni Gioia), accusato di violenza sessuale per aver avuto rapporti intimi con la minore. Vincenzo Pellegrino, gup di Salerno, ha fissato l’udienza per il prossimo 21 novembre, quando è prevista la sentenza a carico dei due imputati che hanno scelto di essere giudicati con l’abbreviato. Rinviati a giudizio, invece, il prossimo 13 novembre con l’accusa di violenza sessuale, il trentaduenne Giuseppe I. che all’epoca dei fatti (due anni fa) era fidanzato con l’adolescente e il romeno Aurel M. con il quale la minore avrebbe avuto rapporti sessuali: quest’ultimo aveva chiesto un patteggiamento a due anni respinto dal gup. Ha patteggiato la pena ad un anno e duecento euro di multa Anna S. per concorso in prostituzione in quanto avrebbe procurato – su richiesta del cognato (il muratore) – una donna che si recasse a casa di un vecchietto ed avere con lui rapporti sessuali a pagamento.
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