Arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico per Daniele Leggiero, il 28enne accusato di aver ucciso ad Alife, nell’Alto Casertano, il padre Giuseppe, imprenditore caseario. Lo ha deciso il Gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere Federica Villano che non ha pero’ convalidato il fermo del giovane ritenendo l’insussistenza dell’esigenza cautelare del pericolo di fuga, cosi’ come rilevato dalla difesa – avvocati Giuseppe Stellato ed Emanuele Sasso – durante l’udienza di convalida avvenuta in mattinata. Regge dunque l’incriminazione di omicidio volontario cosi’ come prospettata sin da subito dal sostituto Giacomo Urbano della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, che ritiene che il giovane abbia accoltellato il padre piu’ di una volta; a supporto della sua ipotesi Urbano ha presentato nel corso dell’udienza di stamani una prima parte della relazione del medico-legale incaricato di effettuare l’autopsia sul corpo della vittima, da cui emerge la presenza di una seconda lesione oltre a quella letale all’emitorace. Diversa la versione di Leggiero, che nel corso dell’interrogatorio di garanzia, ha provato a difendersi ribadendo di essere intervenuto nell’azienda annessa all’abitazione di famiglia per sedare una violenta lite tra il padre e la madre, e di aver lanciato all’indirizzo del genitore tutti gli oggetti trovati su un tavolo, tra cui un coltello, nel tentativo di difendere la madre da un probabile pestaggio. Il giovane fu fermato nella notte tra sabato e domenica dai carabinieri dopo che la madre Patrizia Navarra si era autoaccusata del delitto.
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