“Che De Luca abbia sempre scelto i direttori della sanità campana senza alcun criterio oggettivo e trasparente, valorizzando la fedeltà politica invece del merito e della competenza, era risaputo molto prima della sua deposizione in un’aula di tribunale.Potrebbe interessarti
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“Con i suoi illuminati manager, il governatore ha perfezionato il processo di affossamento, inaugurato da Caldoro, della sanità regionale. A una qualità dell’assistenza ai minimi storici e all’incapacità di programmare interventi infrastrutturali, non riuscendo a spendere neppure un terzo del budget previsto dal piano straordinario di edilizia ospedaliera, si aggiungono oggi numeri implacabili. Sulla base della simulazione del Ministero della Salute sul nuovo modello di valutazione dei Livelli Essenziali di Assistenza, la Campania è drammaticamente il fanalino di coda nel Paese. Ultimi in assoluto per medicina del territorio dove alla totale assenza di un piano, il governatore risponde con la chiusura e lo smantellamento di tutti i presidi territoriali, come i Psaut di Gragnano e Pollena, unici filtri per evitare di intasare i Pronto soccorso che esplodono. Nella regione che De Luca vuole fuori dal commissariamento mentre gli ultimi dati ufficiali ci danno penultimi in Italia appena sopra la Calabria, col nuovo metodo di valutazione dei Lea ci ritroveremo nuovamente ultimi per non aver guadagnato la sufficienza in nessun ambito, dall'assistenza ospedaliera, a quella territoriale alla prevenzione”.





