Antonio D’Aquino, Milos di Mare Fuori racconta se stesso e il personaggio della fortunata serie tv record di ascolti.
Il 24enne attore di Castellammare di Stabia si dice “orgoglioso del suo personaggio perché lancia un messaggio delicato come l’omosessualità all’interno del carcere che è ancora un tabù. Abbiamo voluto aprire le menti a tanti ragazzi perché essere omosessuali non è sbagliato”.
“Siamo molto felici del lavoro e del successo della fiction il cui successo ha superato le aspettative. Mare Fuori manda un messaggio di speranza e di riscatto ai giovani e grazie ai personaggi protagonisti della serie tv vogliamo fare capire che c’è sempre una seconda possibilità, una rivincita”, ha spiegato D’Aquino.
“La quarta stagione? Tra poco inizieremo a girarla e per ottobre finiremo le riprese”.
Milos ha raccontato come sul set “siamo diventati come una grande famiglia. ci vogliamo bene tutti, siamo quasi tutti coetanei. Ci siamo aiutati a vicenda anche con Carolina Crescintini, Vincenzo Ferrara, Carmine Recano. Da loro abbiamo imparato molto. Lucrezia Guidone, la nuova direttrice dell’Ipm di Nisida è una grandissima professionista e anche lei come personaggio ha qualcosa di segreto”.
La terza stagione di Mare Fuori che domani sera si chiuderà su Rai2 ma che è già stata record di visualizzazione su Rai play e stata molto esplosiva.
E allora è d’obbligo la domanda Ciro Ricci torna? “Non si può dire”, replica secco Milos.
Poi spiega: “Mare Fuori mi ha fatto scoprire che questo è il lavoro più bello del mondo. Mi ha lasciato la certezza di apprezzare le piccole cose”.
Ai giovani di Castellammare, la mia città, ma non solo a loro voglio dire di “seguire i propri sogni non lasciarsi trasportare da strade negative focalizzarsi con i propri obiettivi e portarli a termine”.
Milos è un grande tifoso del Napoli e allora lo scudetto? “Sono molto scaramantico il sogno è più vicino è vero. Dire di no sarebbe un’assurdità, lo meritiamo”
Giuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca”
