Sono 4 gli indagati da parte della Procura di Napoli nell'ambito dell'inchiesta che ha consentito di fare luce sull'architettura della piattaforma informatica Exodus che avrebbe consentito di carpire in maniera illecita i dati di centinaia di utenti in tutta Italia.Potrebbe interessarti
Lo spyware Exodus avrebbe trasferito "senza cautela e protezione" una serie di "dati sensibili di carattere giudiziario riguardanti intercettazioni telefoniche" su dei server ospitati all'estero. E' quanto emerge dal decreto di sequestro emesso dal Gip di Napoli, Rosa de Ruggiero nei confronti della Esurv e della Stm, le due societa' coinvolte nella produzione e distribuzione del malware. Proprio per verificare il percorso seguito dai dati - finiti su dei cloud affittati sui server di Amazon, in Oregon - e se si sia trattato di un errore o di un illecito, il pool cybercrime della procura di Napoli ha avviato una serie di contatti di cooperazione internazionale, anche per accertare che non vi siano ulteriori tracce di Exodus sul web. E' partita 4 mesi fa l'indagine della Procura di Napoli su 'Exodus', un software spia utilizzato da forze di polizia e procure per le intercettazioni e con il quale sono stati intercettati per errore centinaia di italiani che non avevano nulla a che fare con inchieste e procedimenti penali. A scoprire l'utilizzo illecito del malware sono stati gli uomini del Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanza, nel corso di una verifica ad un server della procura di Benevento.






