Cronaca di Napoli

Napoli, parla l’uomo aggredito a Fuorigrotta dalla baby gang: “Vi racconto il mio incubo”

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Napoli – “Ho vissuto un episodio drammatico, ora cosa racconterò ai miei figli riguardo al valore del soccorso e della legalità?”. A scrivere dal suo letto d’ospedale dove si trova ricoverato è il 47enne che ieri sera è stato aggredito da una baby gang a Fuorigrotta.

L’uomo ha raccontato nei dettagli cosa è accaduto nei pressi della caserma della polizia mentre era in auto con la madre anziana e malata e i due figli di 10 e 14 anni. “Mentre attraversavano alcuni passanti, mi sono visto costretto a rallentare e a fermare il veicolo per non investirli.

Proprio in quel momento, dietro di me sopraggiungevano gruppi di motorini senza casco e in evidente atteggiamento spericolato, che non riuscivano ad arrestarsi in tempo: uno di loro è caduto a terra, insieme al suo scooter” racconta l’uomo.

“Spinto dall’istinto e dal senso civico, sono sceso dall’auto per prestare soccorso al ragazzo caduto. Ma, invece di ricevere gratitudine, mi sono trovato aggredito violentemente da lui stesso e da un gruppo di suoi amici, che hanno iniziato a colpirmi con calci, pugni e persino caschi.

La scena si è svolta davanti a numerosi testimoni, tra cui i clienti del McDonald’s, alcuni dei quali hanno cercato di aiutarmi, mentre altri – incredibilmente – hanno addirittura intensificato l’aggressione”.

Il 47enne di origini napoletane, vive a Milano ed è tornato in città come turista. Non nasconde l’amarezza per quanto gli è accaduto.

“Mia madre, terrorizzata e con i bambini in macchina, ha allertato la caserma vicina e le forze dell’ordine. Nonostante la zona sia una delle più attenzionate della città, soprattutto per la vicinanza allo stadio, i responsabili dell’aggressione non sono stati immediatamente fermati”.

E con rammarico aggiunge: “È possibile che in una città come Napoli, che da anni difendo dai pregiudizi vivendo ormai a Milano, episodi del genere possano accadere impunemente sotto gli occhi delle istituzioni?

Ringrazio di cuore le poche persone che hanno avuto il coraggio di intervenire in mia difesa, ma non posso accettare che un gruppo di 6, 8 o addirittura 12 persone si accanisca contro un uomo di 47 anni, padre di famiglia, che non aveva alcuna colpa”. E poi conclude:

“Non so se domani avrò ancora la forza di fermarmi ad aiutare uno sconosciuto in difficoltà, ma so che oggi devo spiegare ai miei figli perché il bene, in certe circostanze, sembra punito invece che tutelato”.

Le reazioni.

La violenta aggressione è stata condannata dalle istituzioni che hanno adottato nuove misure di sicurezza per prevenire nuovi episodi. Il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha disposto l’immediata intensificazione dei servizi di polizia nella zona occidentale di Napoli. La decisione è stata presa nel corso del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica.

Nella stessa seduta di oggi è stata analizzata anche la vicenda del ferimento a colpi di arma da fuoco di un uomo di 38 anni, avvenuto nelle scorse ore, a Pozzuoli. L’impegno per contrastare le baby gang da parte delle forze dell’ordine è massimo, ha sottolineato il prefetto Michele di Bari “un impegno certamente utile oltre il quale è necessario il concorso di tutti, iniziando dalle famiglie e dalle scuole.

Una questione che deve trovarci tutti impegnati, con uno sforzo particolare da parte delle agenzie educative”. “Dobbiamo puntare ad una attività di prevenzione, di educazione – ha proseguito – Non è tollerabile che ragazzini siano in strada da soli nelle ore notturne, assumendo atteggiamenti violenti”.

Ferma condanna e richiesta di attuare misure di tutela e un impegno educativo e culturale è arrivata dall’associazione Rete per la sicurezza dei minori e degli adolescenti. ”La violenta aggressione avvenuta a Fuorigrotta, ai danni di un uomo pestato sotto gli occhi dei figli e della madre anziana, conferma ancora una volta la gravità del fenomeno delle baby-gang. Non si tratta di episodi isolati: negli ultimi mesi la cronaca ha già registrato aggressioni simili, segnale di una deriva sociale che colpisce il cuore stesso delle nostre comunità”. Hanno detto Nelide Milano, Ilaria Puglia e Barbara Tafuri portavoce della Rete da anni impegnata nel dialogo costante con le istituzioni e le forze dell’ordine.

“Ribadiamo quindi con fermezza che non basta la sola repressione: è necessario un impegno educativo e culturale profondo e continuativo, capace di fornire ai giovani strumenti concreti per la gestione delle emozioni e dei conflitti. È necessario fermare le mani prima che si armino. Questa deve essere la priorità: interrompere la catena di violenza quando è ancora possibile, prima che l’assenza di regole interiori e la mancanza di riferimenti valoriali trasformino l’aggressività in tragedia irreversibile”, sottolineano in una nota.

Sull’episodio è intervenuto anche il consigliere regionale Francesco Saverio Borrelli: “Siamo di fronte a un episodio vergognoso e intollerabile. Un padre di famiglia è stato picchiato brutalmente dal branco sotto gli occhi di tutti. Non ci possono essere sconti né giustificazioni, gli autori di questa aggressione vanno individuati immediatamente e devono pagare fino in fondo per quanto commesso. Napoli non può continuare a essere ostaggio di violenti che trasformano le strade in zone franche. Servono interventi severi, frontali, senza tentennamenti, per contrastare la violenza che sta divorando questa città. Dobbiamo dare un segnale chiaro, chi si comporta in questo modo non può restare impunito”.

RIPRODUZIONE RISERVATA
Articolo pubblicato da Rosaria Federico il giorno 27 Agosto 2025 - 18:01
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Rosaria Federico

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