Caserta, – Dopo aver perso il suo cinema, Caserta si ritrova ora priva anche del suo storico Stadio del Nuoto, un tempo fiore all’occhiello dello sport locale.
La struttura di via Capitano Laviano, inaugurata negli anni ’90 con un’amichevole di pallanuoto di prestigio tra l’Italia e la Jugoslavia, è chiusa dal 1° aprile e la sua riapertura sembra slittare, con la concreta possibilità che non avvenga prima di settembre.
Questo ennesimo disagio colpisce duramente il capoluogo di Terra di Lavoro, attualmente amministrato da una commissione prefettizia in seguito allo scioglimento del Comune per infiltrazioni camorristiche.
La chiusura dell’impianto, di proprietà della Provincia di Caserta e gestito dalla società provinciale Agis (Agenzia per la Gestione degli Impianti Sportivi di Caserta), presieduta dall’ex vicesindaco Emiliano Casale, ha ripercussioni su almeno venti società sportive, sui lavoratori della struttura e, soprattutto, su un centinaio di bambini e ragazzi con disabilità che nella piscina olimpionica svolgevano importanti terapie.
A ciò si aggiunge il disagio di numerosi giovani e adulti e delle loro famiglie, costretti, in mancanza anche della piscina comunale Fritz Dennerlain (chiusa dall’inizio del 2023), a recarsi in due strutture private fuori città, a San Leucio e San Prisco, dove la disponibilità di posti per nuove iscrizioni è limitata o inesistente.
La chiusura dello Stadio del Nuoto era stata inizialmente motivata dall’Agis con la “caduta di due plafoniere nella zona spalti”, con la promessa di riapertura una volta ripristinate le condizioni di sicurezza indicate dai Vigili del Fuoco di Caserta.
Il 14 aprile, l’Agis aveva comunicato il ripristino della sicurezza, con la rimozione delle plafoniere e la riapertura parziale dell’impianto. Tuttavia, il giorno successivo è arrivata una nuova chiusura, disposta sempre dall’Agis, in seguito ad ulteriori accertamenti dei Vigili del Fuoco che avevano rilevato gravi criticità, tra cui la non idoneità degli impianti antincendio e la mancata agibilità dello Stadio.
È emerso che la Provincia di Caserta, nel 2019, aveva presentato una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) “incompleta di tutte le certificazioni relative alle strutture, agli impianti e agli arredi”.
Le associazioni dilettantistiche sportive (Asd) che utilizzano gli spazi d’acqua dello Stadio del Nuoto in base a convenzioni con l’Agis hanno iniziato a intraprendere azioni legali.
Quattro di loro si sono rivolte all’avvocato Daniele Sparano, presentando un’istanza per accedere alla documentazione amministrativa relativa alla manutenzione dell’impianto e alla SCIA. Nei giorni scorsi, un gruppo di rappresentanti di società sportive e familiari di ragazzi disabili si è riunito davanti ai cancelli chiusi dello Stadio, incontrando il direttore dell’Agis, Cornelio Socci.
“Abbiamo chiesto a Socci la calendarizzazione delle attività di competenza dell’Agis per consentire, in particolare alle famiglie dei bambini speciali, la programmazione delle terapie”, spiega l’avvocato Sparano.
“Una maggiore trasparenza da parte dell’amministrazione permetterebbe a queste famiglie di orientare con più consapevolezza le proprie scelte”. Il direttore dell’Agis avrebbe inoltre riferito che “da uno studio di prefattibilità per la riqualificazione dello Stadio del Nuoto occorrerebbero circa 2 milioni di euro per riportare la struttura al suo antico splendore”.
“Mi domando allora per quale ragione la Provincia di Caserta, nell’ambito dei progetti finanziati dal Pnrr, non abbia ritenuto opportuno includere anche il risanamento dello Stadio del Nuoto?”, conclude l’avvocato Sparano. “Sarebbe stata l’occasione per restituire alla città e ai suoi cittadini almeno una parte della dignità che merita”.
La prolungata chiusura dello Stadio del Nuoto rappresenta un duro colpo per lo sport casertano e per il benessere di centinaia di persone, evidenziando una gestione problematica e una mancanza di visione per il futuro degli impianti sportivi pubblici.
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