Cronaca Napoli

Napoli, gli studenti: ‘Ieri è stato un pestaggio’

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Ieri sera, durante una manifestazione di protesta contro la Nato a Napoli, alcuni attivisti della Lega Napoletana per la Palestina hanno denunciato di essere stati picchiati dalle forze dell’ordine. La protesta si è tenuta davanti al Teatro San Carlo, dove era in corso un concerto in occasione dei 75 anni dell’Alleanza Atlantica.

Secondo gli attivisti, non si è trattato di scontri, ma di veri e propri pestaggi. Sostengono di aver subito ferite gravi, come teste aperte e sanguinanti, punti di sutura alla testa, fratture a braccia e dita. Hanno mostrato i segni delle lesioni durante una conferenza stampa svoltasi davanti al teatro.

Gli attivisti hanno duramente criticato il governo italiano per il trattamento riservato ai manifestanti, definendolo “il sapore della democrazia nell’epoca meloniana”. Hanno condannato la Nato come “un’organizzazione di armi e guerra” responsabile di milioni di morti in Iraq, Afghanistan, ex Jugoslavia e altri teatri di conflitto.

Denunce di violenze e richieste di spiegazioni

I manifestanti hanno denunciato l’aggressione di tre attivisti alla testa e il ricovero in ospedale di altri con contusioni e sospette fratture. Hanno espresso indignazione per la scelta del Teatro San Carlo come luogo per celebrare la Nato, definendolo “il più prestigioso teatro della città consegnato a una cupa celebrazione della guerra e del militarismo”.

Richiesta di chiarimenti al sindaco

Gli attivisti hanno chiesto al sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, di spiegare se sia “normale” quanto accaduto e perché il principale teatro cittadino sia stato utilizzato per una celebrazione della guerra. Hanno inoltre chiesto alla Questura e alla Prefettura di fare chiarezza sull’accaduto.

Sostegno alla Palestina e contro il “genocidio di Gaza”

Oltre alle critiche alla Nato, gli attivisti hanno espresso il loro sostegno alla Palestina e hanno condannato il “genocidio di Israele nella striscia di Gaza”. Hanno anche denunciato l’escalation di tensione tra Russia e Ucraina, definendolo un “confronto sempre più armato” che spinge l’Europa “su un piano inclinato verso la guerra”.


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