Reggia di Caserta: restauri reali a pieno ritmo

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Vanno avanti speditamente i “restauri reali” alla Reggia di Caserta, in corso nel Palazzo e nell’esteso Parco.

“Piccole e grandi opere di conservazione programmata”, spiega il direttore della Reggia di Caserta Tiziana Maffei, partite prima del lockdown e a cui e’ stata impressa un’accelerazione negli ultimi mesi su input proprio della Maffei. Operai specializzati e restauratori sono a lavoro per la manutenzione e la sistemazione dei tetti, le pareti dello scalone centrale, la Peschiera Grande, la pulitura delle statue del Parco. Alla Fontana di Diana e Atteone, i tecnici hanno eliminato le piante infestanti, in particolare la pianta di fico selvatico che era in prossimita’ di Atteone e che, a causa delle robuste radici inglobate nella pietra, poteva inficiarne lo stato di conservazione; sara’ inoltre rimossa la bocca di un cane che circonda Atteone, perche’ poco stabile a causa dei perni ormai ossidati e sara’ riposizionata dopo un il restauro. “Io sono legata ai dettagli – dice la Maffei – vedere le statue pulite mi rende molto felice, anche per dare giusto valore al senso estetico.

Mi piace pensare che con me, in questo primo anno di incarico alla direzione della Reggia (si e’ insediata nel luglio 2019, ndr), pulizia e decoro siano diventati aspetti importanti. Penso anche all’introduzione della raccolta differenziata, che prima del mio arrivo non si faceva, e l’isola ecologica sembrava una discarica”. Accanto alla manutenzione e’ in corso anche un censimento dell’immenso patrimonio di alberi e piante della Reggia, per programmare gli interventi conservativi da effettuare. L’obiettivo e’ concludere tutte le opere nel piu’ breve tempo possibile, per poi lanciarsi nel 2021 in quella che forse rappresenta la sfida maggiore, ovvero “internazionalizzare la Reggia, ancora poco conosciuta all’estero – spiega la Maffei – attraverso mostre e reti di lavoro con associazioni come gli amici di Versailles, attraendo anche un turismo professionale, penso agli esperti del patrimonio arboreo”. Prima di allora si spera che i numeri tornino ad essere alti, come nel 2018, durante l’era Felicori, quando vi furono 800mila ingressi.

“Nel 2019 – afferma il direttore della Reggia – si sono abbassati leggermente, attestandosi a 750mila, ma stavano tornando a salire tra dicembre 2019, gennaio e febbraio 2020, mesi in cui c’e’ stato un 60% in piu’ di ingressi se raffrontato allo stesso periodo nei cinque anni precedenti”. Il lockdown ha bloccato il flusso di turisti, poi c’e’ stata la ripresa con numeri buoni, che saranno diffusi ad inizio settembre. Con il Covid pero’ sono emerse nuove idee, “come quello di tracciare gli abbonati – spiega la Maffei – una cosa mai fatta, per cui chi aveva il tagliando annuale non veniva neanche conteggiato tra i visitatori; soprattuto non e’ mai stato organizzato un servizio ad hoc per gli abbonati”. E’ cosi’ partito un sondaggio rivolto proprio agli abbonati, con “l’obiettivo di sapere chi sono e da dove vengono – aggiunge la Maffei – in modo da calibrare un servizio per loro che sia il piu’ efficiente possibile”. Con la citta’ il rapporto sembra buono, “ma vanno valorrizati maggormente anche quei monumenti esterni alla Reggia, come il Belvedere di San Leucio”. L’accoglienza e’ poi fondamentale, ma “e’ necessario che i cittadini abbonati e i turisti cambino mentalita’: devono prenotarsi prima, come avviene in tutto il Mondo: non possono venire qua credendo di potere sempre entrare” conclude la Maffei.


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