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Da qui la denuncia di D. L nei confronti delle 3 persone (una non identificata) con il conseguente rinvio a giudizi dinanzi alla Corte di Assise di Napoli.
Ma i difensori dei due imputati, l'avvocato Massimo Viscusi, del foro di Benevento, e l'avvocato Catena, del foro di Napoli, hanno meticolosamente smantellato il castello accusatorio messo in piedi dalla procura di Napoli, coadiuvata dai carabinieri di Quarto, mettendo in risalto, e dimostrando, tutte le incongruenze riscontrate nella fase dell'istruttoria dibattimentale. In particolare in merito all'analisi delle cellule telefoniche fatte dai carabinieri di Quarto, alle escussioni dei testi della Pubblica Accusa e della Difesa, e agli esami degli imputati.
Tanto da convincere anche l'accusa il pm Gloria Sanseverino, che nella sua requisitoria, ha chiesto l'assoluzione degli imputati per insufficienza di prove.
L'altro giorno, dopo l'arringa degli difensori degli imputati, la lettura del dispositivo della sentenza del Presidente della seconda sezione penale della Corte d'Assise di Napoli il Dott. Barbarano (giudice a latere il Dott. Conte), che ha assolto l'imputata T.M., mentre ha condannato a 9 mesi L.D.R. per "esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone", che nulla centrava con i due capi di imputazione. La Difesa di L.D.R., l'avvocato Viscusi, è pronto a chiedere appello.
Napoli, imputato condannato per un reato diverso dal capo di imputazione
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