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Da Ibra a Quagliarella quando il tacco fa la differenza

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Quando si dice, il tocco dei campioni. O meglio, il tacco. Quel colpo magico, quasi irriverente, uno sberleffo che disarma l’avversario e manda in estasi i tifosi. C’e’ il tacco di Allah e quello di Dio. C’e’ quello maledetto che costa un Europeo. O quello che rimane nella storia per la classe. Come quello di Fabio QUAGLIARELLA oggi in maglia Samp. Porprio lui, un figlio di Napoli, ed ex degli azzurri, doveva sferrare in quel modo spettacolare il colpo del Ko agli uomini di Carlo Ancelotti. In precedenza, in Roma-Atalanta della seconda giornata, c’era stata una prodezza analoga di JAVIER PASTORE, che dopo appena 1’16” aveva mandato in estasi il tifo giallorosso, poi annichilito dalla doppietta di Rigoni. Altri gol di tacco memorabili sono stati quelli di due anni fa di Gianluca LAPADULA in Palermo-Milan, unico colpo di classe dell’ex Pescara in maglia rossonera, e di Jeremy MENEZ (sempre in rossonero) contro il Parma. E poi c’e’ il gol di tacco che segna un derby, come PALACIO in un Inter-Milan del 2013. In un altro derby, quello di Roma del campionato 2003-2004, di tacco segno’ Amantino MANCINI, che da quel giorno guadagno’ il soprannome “Il Tacco di Dio”. Il gol di tacco rappresenta uno dei massimi gesti estetici del calcio. La storia del pallone e’ ricca di prodezze del genere, e sicuramente nella top ten ce ne sono alcuni che restano nella memoria collettiva. Il piu’ famoso tra quelli di serie A, e’ il colpo di Roberto BETTEGA: il suo gol di tacco fu la firma 4-1 col quale la Juve batte’ il Milan al Meazza nel 1971. Impressionante la somiglianza con la prodezza dell’argentino dell’Inter di ieri: stesso stadio, stessa porta, stessa posizione in area, identico movimento. Se SOCRATES negli anni ’80 e’ stato “il Tacco che il calcio ha rubato a Dio, eppure non segnava con quella parte del piede ma la usava come modo frequentissimo di passare la palla, perfino per gli assist, ecco che l’algerino Rabah MADJER verra’ ricordato da tutti come il Tacco di Allah. Nell’87 nella finale di Coppa Campioni a Vienna il Bayern Monaco stava vincendo 1-0, a dieci minuti dalla fine Madjer regalo’ il pareggio’ al suo Porto proprio con un colpo di tacco, spalle alla porta, una giocata al buio. Il Porto segno’ ancora, due minuti dopo, con Juary e alzo’ la Coppa dei Campioni. In Italia dopo Bettega ci sono stati tanti altri tacchi memorabili: quelli di Alessandro DEL PIERO, piu’ di uno ma per l’ex capitano juventino quelli piu’ significativi furono quelli in un derby del 2002 e nella finale Champions persa 3-1 nel ’97 contro il Borussia Dortmund. Poi quello dei due MANCINI: Roberto con la maglia della Lazio a Parma nel ’99 – un gol spettacolare, sotto l’incrocio dei pali – e il giallorosso Amantino in un derby con la Lazio del 2003. A segno di tacco in maglia Lazio anche Ciro IMMOBILE contro il Cagliari. In Italia prodezze analoghe le fecero anche Hernan CRESPO ai tempi del Parma contro la Juve nel ’99, strepitoso anche quello di Antonio CASSANO alla Samp nel 2010 in Champions contro il Werder Brema. Zlatan IBRAHIMOVIC ne fece due da urlo: uno ai tempi dell’Inter, addirittura storico quello che con la maglia della nazionale svedese elimino’ l’Italia dall’Europeo 2004. Tra i giocatori meno noti autori di prodezze di tacco anche Giuseppe BIAVA ai tempi del Palermo (nel 2006 contro la Reggina). In campo internazionale indimenticabile anche quello nel 2002 di Gianfranco ZOLA nella Premier inglese nel 4-0 del suo Chelsea contro il Norwich. Come dire, a tutte le latitudini e per ogni campionato, i tifosi di tutte le squadre del mondo hanno il loro ricordo del cuore.


Articolo pubblicato da Redazione il giorno 2 Settembre 2018 - 22:46
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