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La Pasqua alla Domus Ars in quattro concerti. Isa Danieli nel Miserere di Carlo Faiello

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Quattro concerti per festeggiare la Pasqua nel centro antico di Napoli. Da Pergolesi a Paisiello, da Mozart a Capotorti, la Domus Ars ospita una serie di appuntamenti musicali imperdibili che culminano, il giorno del venerdì Santo, nel Miserere – Cantare la Passione di Carlo Faiello, protagonista Isa Danieli. Ad inaugurare la rassegna, a cura dell’associazione Il Canto di Virgilio, il 28 marzo ore 20, “Il Miserere in dialetto napoletano” di Luigi Capotorti con l’Orchestra da camera Lodovico Roncalli e l’Ensemble vocale de’ Musici Napolitani. Solisti: Anna Corvino soprano, Silvana Nardiello contralto Francesco Malapena tenore, Antonio De Lisio Basso – Direttore Domenico Sodano. Prima esecuzione assoluta. A seguire, il 29 marzo ore 20, il concerto “Emozione Classica” con Pierfrancesco Borrelli al pianoforte e il Quartetto Florestano. Musiche di Paisiello, Mozart, Schumann. Il 30 marzo, giorno del venerdì Santo alle ore 19,30, è la volta di Carlo Faiello con il suo Miserere – Cantare la Passione, protagonista Isa Danieli nel ruolo della Madonna e, accanto a lei, due grandi voci napoletane come Antonella Morea e Emanuela Loffredo. Alla chitarra c’è Maurizio Pica che ha curato anche le elaborazioni musicali. Nel cast anche: il Quartetto Santa Chiara e le Voci del Coro del Liceo Musicale Margherita di Savoia a cura del M° Antonia Palazzo; infine, Pasquale Nocerino al violino; Peppe Carannante al clarinetto; Marco Pescosolido al violoncello. Testi e Musiche Carlo Faiello. Scena a cura di Bruno De Luca. Lo spettacolo è patrocinato dalla Regione Campania. Il musicista partenopeo ha condotto una serie di ricerche su parte del repertorio musicale para-liturgico di tradizione orale della regione Campania focalizzandosi sui canti e le liturgie nel Cilento Antico, Zona Vesuviana, Terra di Lavoro, Costiera Amalfitana. Un flusso sonoro di “canto sacro”, di materia linguistica dialettale e non, di musica etnica, di modalità lessicali e gestuali carico di significati e di stratificazioni. A ciò si aggiungono le composizioni originali di Faiello. “Ho immaginato uno spettacolo sulla religiosità popolare, una Passione laica che proviene dalle antiche processioni e cerimonie del Sud Italia. Isa Danieli è la Madonna, straziata dal dolore per il figlio in croce. L’attrice rappresenta la condizione degli umili, sottomessi e umiliati dal potere dominante. Un dramma cantato e recitato in forma dialettale che raccoglie idiomi diversi della Campania”, dice Carlo Faiello. L’interpretazione drammaturgica di Isa Danieli nei panni della madre di Cristo è quella sofferente di ciascuna mamma dinnanzi alla morte del proprio figlio. Lo strazio e la tragedia sono messi a nudo anche attraverso il canto e la voce dell’artista.  “E’ sempre una grande emozione essere chiamata nei giorni delle sacre rappresentazioni della settimana santa. Mi capitò anni fa il venerdì Santo ad Asti. Ci spostavamo di contrada in contrada. Fu bellissimo. Ma qui a Napoli è diverso, perché il dolore di Maria per la morte del Figlio ha radici profonde, quasi pagane, di un rito popolare dove lo strazio di quella madre ha la forza dirompente di una lingua straordinaria che è il napoletano. Un dolore cantato, gridato, danzato, che racconta la sofferenza universale di tutte le donne a cui viene sottratto il figlio”, dice Isa Danieli. Tra i pezzi cantati dall’attrice ci sono: “Rose e spine”, “Sento l’amato Figlio”, “Sona ca sceta”. La rassegna Passione si conclude il 31 marzo ore 20 con lo “Stabat Mater” di Gianbattista Pergolesi. Protagoniste il soprano Miriam Artiaco e il mezzosoprano Gabriella Colecchia insieme ai Solisti dell’Orchestra da Camera Irpina. Introduce Enzo Amato.


Articolo pubblicato il giorno 24 Marzo 2018 - 15:42

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