Conte e Allegri dominano gli stipendi in Serie A
La Serie A 2025/26 parte all’insegna di una rivoluzione silenziosa ma dirompente: quella delle panchine. Gli allenatori diventano il simbolo di una nuova geografia economica, fatta di scommesse, ritorni eccellenti e tagli strategici. In testa alla classifica dei più pagati si conferma Antonio Conte, Re di Napoli, che con i suoi 6 milioni di euro netti annui rappresenta il punto fermo del progetto partenopeo. Ma è il ritorno di Massimiliano Allegri al Milan a far tremare le colonne del calcio italiano: 5 milioni di ingaggio per il tecnico livornese, il doppio rispetto al suo predecessore Paulo Fonseca.
Se il Milan spinge sull’acceleratore, la Lazio sorprende con un’operazione d’impatto: Maurizio Sarri torna a Formello con uno stipendio da 2,8 milioni, segnando un balzo dell’86% rispetto a Marco Baroni. Ma il ribaltone più netto arriva da Milano sponda nerazzurra, dove l’Inter affida la guida tecnica a Cristian Chivu: per lui un contratto da 2,5 milioni, che rappresenta un taglio drastico del 61,5% rispetto ai 6,5 milioni percepiti da Simone Inzaghi. Un ridimensionamento che fa rumore, soprattutto per un club abituato a lottare per il vertice.
Nella parte alta della classifica spiccano anche Bologna e Roma: Vincenzo Italiano e Gian Piero Gasperini, con rispettivamente 3 e 5 milioni, si piazzano tra i tecnici più valorizzati, a testimonianza dei piani ambiziosi delle due società, sempre più protagoniste nella corsa all’Europa. Ma c’è anche un’altra Serie A, fatta di progettualità, scouting e tanta resilienza. Lontano dai riflettori e dagli stipendi monstre, club come Lecce, Verona e Udinese si affidano a tecnici-artigiani, capaci di dare un’identità a squadre costruite su intuizioni e talenti low cost.
Al Lecce, Eusebio Di Francesco, con un ingaggio da 500mila euro, punta ancora su un calcio verticale e aggressivo, capace di incendiare il “Via del Mare”. A Verona, Paolo Zanetti proverà a rafforzare una squadra già rocciosa, mantenendo equilibrio in mezzo al caos del mercato. All’Udinese, infine, Kosta Runjaic dovrà gestire una rosa multietnica con giocatori provenienti da dieci nazioni diverse, inculcando disciplina e cultura tattica a una squadra da costruire (e rivendere) pezzo dopo pezzo.
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