Napoli – Smeraldi, viaggi a Dubai, televisori e mazzette da migliaia di euro. È il “prezzo” del passaporto italiano per chi non avrebbe mai potuto ottenerlo legalmente: oligarchi bielorussi, trafficanti egiziani e albanesi, cittadini extracomunitari.
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Tutti accomunati da un obiettivo: entrare nell’area Schengen con documenti falsi, grazie a un’organizzazione criminale che per anni ha “truccato” le pratiche con la complicità di dipendenti pubblici e falsari.
Il meccanismo del falso
L’organizzazione agiva su più livelli: i funzionari comunali inserivano nei registri fantomatici avi italiani di cittadini stranieri, spesso vissuti “due secoli prima”.
I vigili attestavano falsi controlli su residenze inesistenti.
I falsari producevano documenti credibili, persino con filigrane e ologrammi.
I clienti pagavano fino a 110mila euro (un imprenditore bielorusso ha sborsato 100mila sterline).
L’inchiesta: Bitcoin e lingue straniere
Le indagini, avviate dopo un caso analogo a Villaricca nel 2023, hanno richiesto mesi di lavoro: gli investigatori hanno decifrato conversazioni in portoghese e altre lingue e tracciato pagamenti in Bitcoin.
Gli arrestati
Le manette sono scattate all’alba in un’operazione della Polizia Metropolitana di Napoli, diretta dal comandante Lucia Rea, su ordinanza del GIP del Tribunale di Napoli Nord. Le accuse: associazione a delinquere, falso in atto pubblico e corruzione. Ecco chi è finito in manette:
David Passos Trindade, 33 anni (brasiliano) – Unico in carcere, considerato a alto rischio di fuga. Si spacciava come imprenditore nel commercio di pietre preziose, con contatti a Dubai e Amsterdam.
Carmelina Del Prete, 63 anni – Funzionaria dell’anagrafe di Orta di Atella, accusata di falsificare documenti per attestare residenze inesistenti.
Giulio Mozzillo, 63 anni e Salvatore Aletto, 55 anni – Vigili urbani dello stesso comune, complici nel “certificare” falsi legami con presunti avi italiani.
Anna Perrotta, 66 anni – Funzionaria dell’anagrafe di Frattaminore, coinvolta nello stesso sistema fraudolento.
Gaetano Rispoli, 69 anni – Ex tipografo, “maestro” dei falsi: riproduceva certificati con precisione maniacale.
Enrico D’Ambrosio, 48 anni – Tecnico specializzato nella stampa su carte antifalsificazione.
Renato Jueno Martins, 37 anni – Reperiva “finti indirizzi” per far risultare residenze mai esistite.
“Dietro un passaporto falso non c’è solo un documento: c’è l’ingresso in Europa di persone spesso legate al crimine organizzato”, spiega un investigatore. La maxi-operazione smantella un sistema che rischiava di diventare una porta girevole per trafficanti e riciclatori.
(nella foto da sinistra Carmelina Del Prete, Silmara fabotti, Giulio Mozzillo, Salvatore Aletta e Flavio Alan Yogu)
Articolo pubblicato il giorno 14 Maggio 2025 - 07:57