«L’attuale stato di emergenza è stato dichiarato lo scorso 31 gennaio – spiega Di Monda – in anticipo rispetto ai primi casi di contagio da Coronavirus ufficiali e comunque si è rivelato insufficiente, nato dalla necessità di avere uno strumento rapido con cui agire con tempestività ed efficacia. Tuttavia, è comunque il frutto di una pericolosa miopia o del solito atteggiamento, molto italiano, che preferisce le misure straordinarie alla prevenzione».
«Lo giustificano con l’aumento dei casi, con la paura del riproporsi della pandemia in maniera violenta nel prossimo autunno – prosegue la nota – con la necessità di avere uno strumento per poter adattarsi all’evolversi della pandemia. Tuttavia è solo un modo per ottenere, nuovamente, poteri legislativi e normativi che a poco servono senza interventi strutturali». Secondo Di Monda «dalle motivazioni, dalle parole utilizzate non traspare mai un’idea di prevenzione, ma esclusivamente di paura.
Questo virus però, lo stiamo conoscendo sempre più, sappiamo quali sono stati i nostri punti deboli, le nostre mancanze, le lacune del nostro sistema sanitario. A nostro parere, non serve prolungare lo stato di emergenza per avere poteri normativi, ma bisognerebbe intervenire in modo serrato, sistematico, organizzato per prevenire il virus e gli altri che verranno, facendo una campagna di informazione univoca, informando le persone senza i soliti messaggi contraddittori e confusionari».
ùPer il privato di Reset «bisognerebbe intervenire strutturalmente lì dove il nostro sistema sanitario ha vacillato, non servono nuovi poteri, altri poteri, serve lungimiranza, concretezza, intelligenza. Per esempio si sarebbero dovute fare più autopsie sui deceduti, in quanto, i motivi di molti decessi risultano essere ancora incerti». «Bisogna mettere in atto, concretamente, quelle misure che già da anni dovevano essere adottate. Per migliorare la prevenzione negli ospedali, basterebbero le misure di controllo e prevenzione delle Infezioni Correlate all’Assistenza, le c.d. ICA, per prevenire il contagio nelle strutture sanitarie.
A tal proposito una proposta di legge, da me redatta, che punta sulla prevenzione e il controllo delle infezioni nosocomiali è al vaglio della Camera dei deputati. Una legge che si basa su concetti risalenti agli anni ottanta e che avrebbe aiutato a limitare e contrastare il virus, ma soprattutto avrebbe garantito una miglior risposta del nostro sistema sanitario». «Questo prolungamento dello stato d’emergenza appare, quindi, un’affermazione di paura e, soprattutto, di totale incertezza sul futuro, due cose che un politico, un leader, non dovrebbe mai avere. Abbiamo superato la tempesta, abbiamo visto dove i nostri argini sono crollati e il Governo cosa fa? Prepara nuovi sacchi di sabbia da apporre dietro le porte, invece di rafforzare gli argini per non subire più straripamenti», conclude Di Monda.
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