Il ministro dell’Interno Matteo Salvini è riuscito a fare approvare anche dai pentastellati il suo Decreto sicurezza: il Senato gli ha già dato ragione; presto toccherà alla Camera, pare il 23 novembre.Potrebbe interessarti
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Ma Salvini nel decreto non si occupa della criminalità organizzata, perché evidentemente non ritiene che minaccino la sicurezza. E siccome-come è noto-le organizzazioni criminali riciclano – corrompendo chi è necessario corrompere – centinaia e centinaia di milioni nel cuore delle città d’Italia e d’Europa: acquistano ristoranti, negozi, hotel, palazzi, farmacie, imprese, senza che quasi nessuno se ne accorga nonostante inchieste e processi in corso anche nel Nord della Penisola mostrino quanto esse siano ormai penetrate in tutto il Pease
ecco che Salvini introduce una novità: la possibilità di vendere anche a privati i beni confiscati ai clan. Secondo Enzo Ciconte – fra i massimi esperti in Italia delle dinamiche delle grandi associazioni mafiose, docente universitario di Storia della criminalità organizzata – è “un segnale molto pericoloso”. Spiega: “Chi conosce le dinamiche mafiose sa bene che mettere in vendita questi beni significa offrire su un piatto d’argento la possibilità ai mafiosi di riacquistarli. Se ciò avvenisse – e con molta probabilità avverrà – lo Stato ne risulterebbe sconfitto perché i mafiosi potrebbero dire ai paesani: avete visto? Noi siamo più forti dello Stato. E questa è una verità incontrovertibile. Qualche speculatore potrebbe comprarsi grosse fette di questo patrimonio, magari utilizzando ditte e imprese ‘partecipate’ dal capitale mafioso”.
Il rischio -come ricorda sempre Brando- è stato segnalato anche da Libera, cartello di associazioni contro le mafie fondato da don Luigi Ciotti, in un comunicato scritto subito dopo all’approvazione da parte del Senato: “La vendita di quei beni significherà una cosa soltanto: che lo Stato si arrende di fronte alle difficoltà del loro pieno ed effettivo riutilizzo sociale, come prevede la legge. E il ritorno di quei beni nelle disponibilità dei clan a cui erano stati sottratti, grazie al lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura, avrà un effetto dirompente sulla stessa credibilità delle istituzioni. Insomma, un vero regalo alle mafie e ai corrotti”.
Gustavo Gentile






