Arrestati quattro affiliati al clan Zullo a Salerno
Salerno– Gestivano usura ed estorsioni anche dal carcere, grazie a telefoni cellulari introdotti illegalmente dietro le sbarre. Questa mattina la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro presunti affiliati al clan Zullo, attivo a Cava de’ Tirreni, nel Salernitano.
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Il provvedimento, emesso dal Gip del Tribunale di Salerno su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, contesta ai destinatari i reati di usura ed estorsione aggravati dal metodo mafioso.
Al centro delle indagini c’è Vincenzo Zullo, elemento apicale del gruppo e già condannato in via definitiva per associazione mafiosa. Nonostante la detenzione, Zullo – secondo la ricostruzione degli investigatori – avrebbe continuato a esercitare il controllo su parte delle attività criminali del clan, impartendo ordini tramite telefoni cellulari illecitamente introdotti nell’istituto penitenziario.
In particolare, l’inchiesta ha documentato un’estorsione a un commerciante di Cava de’ Tirreni, costretto a restituire – sotto minaccia – un prestito concesso anni prima a tassi usurari. Ma non solo: dagli approfondimenti è emerso che Zullo avrebbe anche imposto il pagamento di una tangente ai gestori di una piazza di spaccio nella frazione Santa Lucia del comune metelliano. Un vero e proprio racket imposto dal carcere, con la collaborazione di altri affiliati operativi sul territorio.
Questi ultimi, spiegano gli inquirenti, avevano il compito di trasmettere i messaggi intimidatori alle vittime e, soprattutto, di riscuotere le somme di denaro per poi farle pervenire al boss detenuto. Le indagini – condotte anche attraverso intercettazioni, sequestri e perquisizioni – confermano, ancora una volta, la capacità dei clan di continuare a gestire i propri interessi criminali anche dal carcere, grazie a una rete ben collaudata e strumenti tecnologici introdotti illegalmente.
L’operatività del clan Zullo a Cava de’ Tirreni è stata già riconosciuta da precedenti sentenze. L’azione della DDA mira a smantellare un sistema che, secondo l’accusa, si fonda sulla continua intimidazione del territorio e sulla gestione capillare delle estorsioni. I quattro arrestati sono ora a disposizione dell’autorità giudiziaria.
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