La Corte d’Appello di Napoli ha assolto l’ex sottosegretario all’Economia del Pdl, Nicola Cosentino, i fratelli Giovanni e Antonio, e gli altri imputati del processo cosiddetto “Carburanti”, relativo a fatti concernenti l’azienda di famiglia dei Cosentino, l’Aversana Petroli. Le accuse erano a vario titolo di estorsione e illecita concorrenza con l’aggravante mafiosa. In primo grado l’ex politico di Casal di Principe era stato condannato a 7 anni e sei mesi di carcere, mentre ai fratelli Giovanni e Antonio erano state inflitte rispettivamente condanne a 9 anni e mezzo e 5 anni e 4 mesi. Sono stati assolti inoltre il funzionario della Regione Campania Luigi Letizia (condannato in primo grado a cinque anni e quattro mesi), i dipendenti della Q8 Bruno Sorrentino e Giovanni Adamiano (entrambi condannati a tre anni e sei mesi), e l’imprenditore ritenuto vicino al clan Zagaria Michele Patrizio Sagliocchi (sette anni in primo grado). Nel precedente grado, il tribunale di Santa Maria Capua Vetere aveva gia’ dichiarato prescritto il reato per l’ex prefetto di Caserta ed ex deputato Pdl, Maria Elena Stasi, assolvendo inoltre gli ex dipendenti dell’Ufficio tecnico del Comune di Casal di Principe Vincenzo Schiavone, Giacomo Letizia e Vincenzo Falconetti. Proprio ieri Nicola Cosentino aveva subito la prima condanna definitiva, ovvero i quattro anni di carcere decisi dalla Cassazione per la corruzione di un agente della polizia penitenziaria in servizio al carcere di Secondigliano. Il processo “Carburanti” riguardava l’Aversana Petroli, fondata dal padre dell’ex politico, che secondo la Dda di Napoli sarebbe stata avvantaggiata illecitamente ai danni della societa’ di un altro imprenditore, Luigi Gallo, che ha reso dichiarazioni accusatorie contro i Cosentino, cosi’ come l’ex sindaco di Villa di Briano Raffaele Zippo; per entrambi la Corte d’Appello ha disposto l’invio degli atti alla Procura per valutare la sussistenza del reato di falsa testimonianza. Tra gli episodi contestati le pressioni fatte dai Cosentino perche’ il Comune di Villa di Briano negasse l’autorizzazione – cosa effettivamente avvenuta – alla richiesta di apertura di una pompa di benzina avanzata da Gallo; ma anche i legami con la prefettura di Caserta, che secondo la Procura Antimafia, nel 2006, quando era retta dalla Stasi, cancello’ l’interdittiva antimafia a carico dell’azienda dei Cosentino nonostante il provvedimento fosse stato confermato da una sentenza del Consiglio di Stato. La Stasi divenne poi parlamentare nel partito di Cosentino.
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