Quindicenne morta a Foggia, l’assassino aveva annunciato che voleva andare a Viareggio ad uccidere la mamma

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“Una volta mi sono trovato in caserma e ho accennato al Maresciallo: ‘vedi che mio cugino dice che ha una pistola’, ma essendo lui era un chiacchierone non prendevano in considerazione una cosa del genere”. Lo ha detto dinanzi alle telecamere della ‘Vita In Diretta’, il programma di Rai1 condotto da Francesca Fialdini e Marco Liorni, il cugino di Antonio Di Paola, l’uomo che ha ucciso ad Ischitella in provincia di Foggia, Nicolina Pacini, figlia della sua ex compagna. Lo rende noto l’ufficio stampa della trasmissione. “Un giorno e’ venuto qui con la lametta – ha raccontato – e ha detto: ‘mi ammazzo’ e io l’ho bloccato. Attualmente parlava con mio fratello e gli chiedeva dei soldi per andare a Viareggio per ucciderla. Gli ha chiesto 300 euro e mio fratello gli ha detto: ‘dove li prendo i soldi?’. Lui ha detto di avere una pistola carica con 12 proiettili. Lui non accettava che lei lo avesse lasciato, aveva quel tipo di mentalita’ ‘o con me o con nessuno'”.

La mamma della ragazza, Donatella Rago, e’ riuscita ad arrivare a Foggia solo nel primo pomeriggio, partendo in treno da Viareggio dove era tornata a vivere da qualche tempo probabilmente per sfuggire all’insistenza, alle pressioni e alle minacce dell’ex compagno. Di Paola aveva cosi’ rivolto la sua ossessione sui figli di lei. La donna ha raccontato di avere piu’ volte messo in guardia anche i suoi genitori dal rischio che l’uomo facesse del male alla ragazza. Donatella Rago e’ arrivata a Foggia in compagnia del padre di Nicolina, Ezio Pacini, che fa il custode di bagni pubblici a Viareggio: entrambi ammutoliti dal dolore, si sono trattenuti pochi minuti a piangere sul corpo della figlia. Poi, accompagnati e protetti dai carabinieri sono andati in caserma dove la mamma e’ stata ascoltata e dove ha ribadito i contenuti delle denunce che piu’ volte aveva presentato contro Di Paola. Il Ministero della giustizia approfondira’ la questione per verificare, ha detto il ministro Orlando, se “ci sia stata sufficiente attenzione nella fase in cui si poteva intervenire preventivamente”. Quello che emerge finora, tra il detto e non detto dei parenti e le accuse che rimbalzano tra uno e l’altro, e’ che la tragedia e’ nata in sua situazione di disagio sociale e di disgregazione famigliare e che a farne le spese e’ stata la parte piu’ vulnerabile, una ragazza di quindici anni, uguale almeno in apparenza a tutte le sue coetanee. La verita’, spiega il presidente del Tribunale per i Minori di Bari Riccardo Greco, che negli anni ha seguito la vicenda famigliare della 15enne, “e’ che la vera difficolta’ nel dare risposte certe a casi come questo e’ l’individuazione del livello di pericolosita’. Questa ragazza e’ morta per una concatenazione di situazioni non prevedibili, se non che la mamma avesse una relazione con un convivente di questo genere”. Una imprevedibilita’ confermata da uno dei cugini di Donatella Rago che, tra le lacrime dice “tutti in paese sapevano che lui aveva in mente qualcosa, che non accettava questa situazione, ma non si puo’ stare nella testa delle persone, chi poteva immaginare una cosa del genere”. “Quello che e’ successo e’ assurdo. Nessuno lo avrebbe mai immaginato – ha detto il parroco della chiesa Santa Maria Maggiore di Ischitella, don Dino Iacovone. Anche per questo il paese e’ sgomento ed arrabbiato allo stesso tempo. Arrabbiati perche’ non siamo stati capaci di evitare una tale tragedia”. Domani verra’ disposta l’autopsia sul corpo della ragazza e, subito dopo si potranno fare i funerali. Il sindaco di Ischitella ha gia’ annunciato che proclamera’ una giornata di lutto cittadino. “Qui c’e’ un paese in lacrime – ha detto il sindaco Carlo Guerra – un paese che soffre per la morte di una ragazza bella, dolce, solare, morta due volte, perche’ vittima innocente di una relazione complicata”.




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