Faida di camorra nella zona Vesuviana: il boss Egizio spera nello sconto di pena

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E’ stata fissata  per il 27 settembre prossimo la lettura della sentenza di secondo grado del processo che vede imputati il boss Umberto Egizio e il ras Domenico Tortora insieme con Salvatore Alfuso  e Antonio De Luca reduci dall’ergastolo incassato in primo grado per quattro omicidi compiuti nella zona tra Casalnuovo, Acerra  e Volla nella sanguinosa faida di camorra di inizio secolo.
Si tratta di quattro omicidi eccellenti, ma ancora in parte irrisolti, consumatisi tra la primavera e l’autunno del 2002. Si tratta degli assassini di Carmine Esposito, elemento apicale della nuova camorra organizzata e del clan De Sena (eseguito ad Acerra il 24 aprile del 2002), di Domenico De Luca, appartenente al clan Tortora (12 agosto 2002), di Gennaro Panico, affiliato al clan Crimaldi (17 agosto 2002), e di Giuseppe D’Alessandro, organico al clan Egizio (commesso a Sant’Anastasia il 9 ottobre del 2002).

Il movente di quei tremendi agguati, stando alla ricostruzione della Dda, sarebbe da ricondurre alla guerra di camorra scoppiata nel 2002 per il controllo delle attività illecite sui territori di Acerra, Casalnuovo di Napoli e Volla, in conseguenza dell’asse criminale che all’epoca si venne a creare tra il clan Crimaldi-Tortora di Acerra, il clan Egizio di Casalnuovo e la cosca Veneruso di Volla, con lo scopo di contrapporsi ai rivali De Sena, derivante dall’ormai disciolta organizzazione cutoliana, di cui proprio Carmine Esposito era sta- to uno dei principali protagonisti.
Nel corso dell’udienza celebrata due giorni fa, come ricorda Il Roma, Egizio e Tortora hanno ammesso il proprio coinvolgimento nei delitti contestatigli dalla Procura e sperano in uno sconto dei pena. Gli altri due imputati, Salvatore Alfuso  e Antonio De Luca, hanno invece preferito rimanere in silenzio. Tutti e quattro hanno incassato il fine pena mai nel precedente processo e per tutti e quattro la Dda ha chiesto la conferma della pena. L’epilogo, dopo 15 anni di indagini, si fa adesso più vicino


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