Notte di terrore a Roma: studentessa 23enne stuprata all'uscita della metro Jonio. È caccia al branco

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Roma– È un copione che si ripete con una frequenza agghiacciante, trasformando il rientro a casa di una giovane donna in un'odissea di violenza e paura. L'ultimo episodio di una lunga scia di sangue si è consumato poco dopo la mezzanotte tra sabato e domenica, nel quadrante nord-est della Capitale.

Vittima una studentessa di 23 anni, colpevole solo di trovarsi nel posto sbagliato in un orario che, per una città che si definisce europea, non dovrebbe essere considerato "a rischio". Ma a Roma, purtroppo, lo è.

La dinamica dell'orrore

La ragazza era appena scesa da una delle ultime corse della linea B1. Uscita dalla stazione metro Jonio, pensava di aver ormai completato il tragitto verso la sicurezza domestica. Invece, l'incubo si è materializzato dal nulla, approfittando delle ombre della notte e della desolazione che spesso circonda le infrastrutture di trasporto pubblico nelle ore serali.

Secondo la drammatica testimonianza resa dalla vittima, il branco era composto da tre uomini, descritti come stranieri. L'azione è stata rapida, brutale e coordinata: mentre due aggressori la bloccavano fisicamente, impedendole ogni via di fuga e soffocando le sue urla, il terzo ha consumato la violenza sessuale. Un abuso fulmineo, lasciato alle spalle mentre i tre si dileguavano nel buio, lasciando la 23enne sotto shock sull'asfalto.

Le indagini e la caccia all'uomo

Soccorsa inizialmente da un passante che ha notato il suo stato di prostrazione, la giovane è stata accompagnata all'Ospedale Pertini. Lì, tra i medici e il supporto psicologico, ha trovato la forza di sporgere denuncia. I Carabinieri, coordinati dalla Procura di Roma che ha immediatamente aperto un fascicolo per violenza sessuale, sono ora impegnati in una serrata caccia all'uomo.

Gli investigatori stanno passando al setaccio ogni fotogramma delle telecamere di videosorveglianza della zona, sia quelle della stazione metro che quelle degli esercizi commerciali limitrofi, nella speranza di isolare i volti del branco. Si cercano testimoni, chiunque possa aver visto tre uomini fuggire o aggirarsi con fare sospetto in quell'area residenziale che, di notte, diventa terra di nessuno.

Città proibite alle donne

Questo episodio riaccende violentemente i riflettori su un tema ormai ineludibile: la sicurezza notturna delle nostre città e la vulnerabilità sistemica delle donne negli spazi urbani. Roma, come molte altre metropoli italiane, sembra aver abdicato al controllo del territorio non appena cala il sole. Le stazioni della metropolitana e le fermate dei mezzi pubblici, che dovrebbero essere presidi di civiltà e mobilità, si trasformano in trappole.

Non è accettabile che nel 2025 una ragazza non possa sentirsi libera di tornare a casa dopo mezzanotte senza dover calcolare il rischio di un'aggressione. La "militarizzazione" del territorio spesso invocata a gran voce dopo questi eventi si scontra con una realtà fatta di zone d'ombra, scarsa illuminazione e assenza di controlli preventivi.

La violenza di Jonio non è un caso isolato, ma l'ennesimo segnale d'allarme di un tessuto urbano che non protegge le sue cittadine, costringendole a vivere in uno stato di allerta perenne. Mentre le forze dell'ordine lavorano per dare un nome ai colpevoli, resta l'amarezza per una libertà – quella di muoversi sicure nella propria città – che continua ad essere negata.

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Pubblicato da
Rosaria Federico