Castellammare: a processo la prof accusata di abusi sessuali sui minori, ma anche i genitori giustsizieri

Condivid

Castellammare  – Si chiude il cerchio delle indagini preliminari e si aprono le porte del tribunale per una delle vicende più torbide e violente che abbiano scosso il mondo scolastico campano negli ultimi anni.

Il GIP di Torre Annunziata, Emanuela Cozzitorto, ha disposto il rinvio a giudizio per l'insegnante di sostegno di 38 anni, accusata di aver trasformato l'istituto "Catello Salvati" in un teatro di abusi indicibili.

Le accuse mosse dalla Procura di Torre Annunziata – guidata dal procuratore Nunzio Fragliasso e con indagini coordinate dal pm Bianca Colangelo – sono pesantissime: maltrattamenti, violenza sessuale, induzione al compimento di atti sessuali e corruzione di minorenne.

Il racconto dell'orrore

I fatti contestati risalgono a circa un anno fa. Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri di Castellammare, la docente avrebbe preso di mira diversi studenti, tutti minori di 14 anni. Le indagini, supportate da audizioni protette alla presenza di psicologi, hanno scoperchiato uno scenario inquietante.

Tra le testimonianze più drammatiche, quella di un dodicenne che ha raccontato di essere stato costretto a un rapporto sessuale e di aver dovuto visionare video pornografici mostrati dalla stessa insegnante. La donna, attualmente agli arresti domiciliari dopo l'arresto scattato lo scorso gennaio, dovrà comparire davanti ai giudici il prossimo 23 marzo 2026.

Lo Stato contro l'insegnante

Un elemento di rilievo in questa fase processuale è la posizione del Ministero dell'Istruzione. L'istituzione scolastica ha deciso di schierarsi nettamente contro la propria dipendente, costituendosi parte civile tramite l'Avvocatura dello Stato. Al loro fianco, le famiglie dei sette alunni coinvolti, assistite dall'avvocato Antonio De Martino, pronte a chiedere giustizia per i traumi subiti dai propri figli.

L'altra faccia della medaglia: la giustizia sommaria

La vicenda, però, ha un secondo, violento capitolo giudiziario. Le voci sugli abusi, circolate rapidamente tra le chat e i corridoi del quartiere, scatenarono una rabbia incontrollata. Il giorno successivo alla denuncia, un gruppo di undici persone tra genitori e parenti organizzò una vera e propria spedizione punitiva all'interno della scuola.

Anche per loro scatta il processo. Gli undici imputati dovranno rispondere di lesioni aggravate in concorso, minacce, danneggiamento e interruzione di pubblico servizio, aggravati dal fatto di aver agito contro un pubblico ufficiale e in presenza di minori.

In quel raid, la professoressa riportò ferite a un braccio. In questo specifico procedimento, i ruoli si invertono: la docente, difesa dall'avvocato Francesco Cappiello, siederà al banco della parte civile, vittima di una giustizia "fai da te" che ha violato le aule scolastiche tanto quanto i reati che intendeva punire.

RIPRODUZIONE RISERVATA Articolo pubblicato il 10 Dicembre 2025 - 20:50 - Rosaria Federico
Pubblicato da
Rosaria Federico