Cronaca di Napoli

Pianura, la faida tra i baby criminali delle Case Gialle è già finita

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Napoli -La faida dei baby criminali della Case Gialle di Pianura ha avuto un inizio e una fine in breve tempo. E’ andata in scena tra l’1 e il 9 febbraio scorsi, quando una paranza di giovanissimi legata al clan Esposito-Marsicano si è resa protagonista prima del violento

pestaggio ai Baretti di San Pasquale, a Chiaia, e poi di un misterioso agguato consumatosi nel quartiere Pianura.

I carabinieri hanno chiuso il cerchio sulle indagini, arrestando ieri mattina Claudio Riccardo Garavini, 20enne ritenuto vicino alla paranza delle Case Gialle, costola del clan Esposito-Marsicano.

Il giovane, già detenuto per un’aggressione armata avvenuta a inizio febbraio, è accusato di aver gambizzato l’amico-rivale Vincenzo Cimmino, detto “’o mellone”, in un’esecuzione consumata il 9 febbraio a Pianura. Per lo stesso episodio, un coetaneo, Ciro Battista, è indagato a piede libero senza misure cautelari.

Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotte dai carabinieri di Bagnoli, hanno portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Luca Battinieri.

Il ferito ritenuto non affidabile e quindi non degno di far parte della nuova “paranza”

Garavini, già in carcere, è stato raggiunto dal provvedimento per detenzione e porto illegale di arma da fuoco, aggravati dal metodo mafioso. Il movente dell’agguato, secondo gli inquirenti, sarebbero stati dissidi personali e presunte “manchevolezze” di Cimmino, deriso dopo una caduta in moto e ritenuto poco affidabile per il “modo di vivere” della paranza.

Segnale questo di una mentalità criminale già consolidata e della deriva culturale di una parte dei giovani della città che crescono con la mentalità di delinquere e basta.

La svolta investigativa è arrivata grazie alla testimonianza della vittima, che, nonostante il colpo di pistola all’anca, ha fornito dettagli cruciali ai carabinieri. Corroborata dall’analisi del traffico telefonico e dalle immagini di videosorveglianza, la ricostruzione ha inchiodato Garavini come autore materiale del ferimento, con Battista presunto complice.

Il caso getta luce sulla preoccupante escalation di violenza tra baby criminali, sempre più protagonisti di faide che mescolano rivalità personali e dinamiche mafiose. La facilità con cui giovani, spesso poco più che adolescenti, accedono ad armi da fuoco alimenta un circolo vizioso di vendette e dimostrazioni di potere.

 La violenta aggressione ai Baretti di Chiaia dell’1 febbraio

Le pistole, spesso provenienti dal mercato nero, diventano strumenti di affermazione in contesti dove la cultura criminale si radica sin dalla gioventù. A Chiaia, l’1 febbraio, Garavini era già stato coinvolto in un’aggressione armata al Bar Ops, episodio che aveva dato il via alla spirale di violenza culminata nell’agguato di Pianura.

Le forze dell’ordine sottolineano la necessità di interventi mirati per arginare la diffusione di armi e il reclutamento di giovanissimi da parte dei clan. Intanto, le indagini proseguono per chiarire il ruolo di Battista e l’eventuale coinvolgimento di altri membri della paranza.

La vicenda delle Case Gialle è un monito: la criminalità, sempre più giovane e spregiudicata, rappresenta una sfida che richiede risposte immediate e coordinate per spezzare la catena di violenza che minaccia Napoli.

RIPRODUZIONE RISERVATA
Articolo pubblicato da Rosaria Federico il giorno 31 Luglio 2025 - 07:35

Pubblicato da
Rosaria Federico

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