La camorra napoletana che tenta di allungare i suoi tentacoli fino in Sardegna, ma un coraggioso consulente finanziario di Olbia non si piega al racket e fa scattare le manette.
Due uomini, accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso, sono stati arrestati in seguito a un’operazione congiunta delle Squadre mobili di Sassari e Napoli, coordinate dalla Direzione distrettuale Antimafia di Napoli.
Gli indagati, che avrebbero agito per conto del clan Licciardi, storico sodalizio criminale della Masseria Cardone di Secondigliano, sono finiti in carcere grazie alla denuncia della vittima, che ha spezzato il muro di omertà. Minacce e pizzo in nome del clan
I due arrestati avevano preso di mira un consulente finanziario di Olbia, pretendendo ingenti somme di denaro in un breve arco di tempo. Per piegare la vittima, non hanno esitato a vantare la loro appartenenza al clan Licciardi.
Le minacce, esplicite e pesanti, miravano a terrorizzare l’imprenditore, ma la sua determinazione ha invertito il corso degli eventi.
Grazie al coraggio della vittima, che ha denunciato tutto alle autorità, la Squadra mobile di Sassari, in collaborazione con i colleghi di Napoli, ha ricostruito la vicenda e raccolto prove schiaccianti.
L’ordinanza cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Dda, ha portato all’arresto dei due estorsori, bloccando sul nascere un tentativo di infiltrazione camorristica in Sardegna.
L’operazione rappresenta un duro colpo alle ambizioni espansionistiche della criminalità organizzata napoletana, che cercava di imporre il suo dominio anche lontano dai confini campani.
Un segnale contro la paura
Il caso di Olbia sottolinea l’importanza della collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine nella lotta alla camorra. La determinazione del consulente finanziario, che ha scelto di non cedere al ricatto, e l’efficacia dell’intervento investigativo dimostrano che il contrasto alla criminalità organizzata è possibile.
La vicenda, però, accende i riflettori sul tentativo dei clan di espandere la loro influenza in territori lontani, un fenomeno che richiede massima vigilanza. Intanto, le indagini proseguono per accertare eventuali ulteriori collegamenti e complicità, mentre la Sardegna si conferma un terreno ostile per chi cerca di imporre il pizzo con la forza e l’intimidazione.
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Articolo pubblicato il giorno 15 Luglio 2025 - 16:25