Nella foto Eduardo Buonerba e Nicola Rullo
Avevano il timore che il loro potere criminale e la la loro influenza sulle zone centrali di Napoli potesse essere scalfita dalla imminente scarcerazione (poi realmente avvenuta nell’agosto del 2024) del boss Nicola Rullo, detto o’ nfamone, uomo di punta del clan Contini.
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Un intreccio di tensioni, strategie criminali e timori di una nuova guerra di camorra emerge da intercettazioni contenute nell’ordinanza cautelare, firmata dal gip Gianluigi Visco, che la scorsa settimana ha smantellato i vertici del clan Mazzarella.
I colloqui svelano le dinamiche interne del clan e le preoccupazioni della famiglia Buonerba di Forcella per quella che poi realmente avverrà: ovvero la scarcerazione di Nicola Rullo, detto “o’ nfamone”, figura di spicco del clan Contini.
Le conversazioni, registrate dagli inquirenti, le prime risalenti all’estate del 2023, dipingono un quadro di rivalità, tradimenti e lotte di potere che potrebbero destabilizzare il controllo camorristico sulle zone centrali di Napoli, con il rischio di un’escalation violenta.
La scarcerazione di Nicola Rullo, rappresenta una minaccia concreta per i Buonerba e il clan Mazzarella. Infatti in una ì intercettazione, datata 3 agosto 2023, Eduardo Buonerba, insieme al figlio Vincenzo e alla moglie Anna Panetti, esprime il timore che il boss del clan Contini, descritto come “distruttore” e “testa malata”, possa approfittare delle tensioni interne al clan Mazzarella per prendere il controllo degli affari illeciti.
“Guarda caso è uscito Nicola, ora si prende tutto”, avverte Eduardo, paventando il rischio di una guerra tra clan.
Le intercettazioni svelano un’organizzazione criminale in fibrillazione, con i Buonerba preoccupati di perdere terreno di fronte all’ascesa del clan Contini. La gestione delle attività illecite, dalle estorsioni allo spaccio, è segnata da rivalità interne e da una leadership frammentata, che potrebbe aprire la strada a conflitti più ampi.
La scarcerazione di Rullo, figura carismatica e temuta, è percepita come un punto di svolta, capace di ridisegnare gli equilibri criminali nel cuore di Napoli. Gli inquirenti, che monitorano attentamente queste dinamiche, sono al lavoro per prevenire un’escalation che potrebbe trasformare le strade della città in un campo di battaglia.
Il 24 ottobre 2023, una lunga conversazione tra i fratelli Eduardo e Pasquale Buonerba getta luce sulle dinamiche interne del clan Mazzarella e sul ruolo del cognato Salvatore Di Caprio. Al centro del dialogo, la possibilità di separare gli interessi criminali di Di Caprio, che gestisce il territorio di Somma Vesuviana, da quelli dei Buonerba a Napoli.
Pasquale, con toni decisi, sottolinea che una volta divisi, i problemi di Somma Vesuviana, come le richieste di aiuto di “Lucianiello” Barattolo o le azioni violente di Emanuele Amoroso, non dovranno riguardare la loro organizzazione. “Se Totore [Di Caprio] si occupa delle sue cose, non devo metterlo al corrente di quello che faccio io”, afferma Pasquale, evidenziando una netta linea di demarcazione.
Le intercettazioni rivelano anche un episodio di estorsione: Pasquale racconta di aver chiesto a Vincenzo Terracciano, alias “Siè Scè”, se fossero arrivati i proventi di un’estorsione, ricevendo conferma del pagamento. Ma è il controllo del territorio a dominare le discussioni.
Pasquale si vanta di poter guadagnare “4000 euro” gestendo autonomamente Napoli, sognando di “fare il Re” con introiti di 1500 euro a settimana. La sua visione della “malavita” è chiara: non serve alzarsi presto, ma essere presenti di notte, pronti a sparare per imporre rispetto. “La gente ti deve voler bene, ma deve avere paura”, sostiene, criticando chi, come Di Caprio, non riesce a incutere timore.
Le conversazioni tradiscono una profonda sfiducia verso Di Caprio, accusato di slealtà. Pasquale rievoca un episodio in cui Gaetano Galiero, per conto di Barattolo, gli avrebbe consegnato 500 euro destinati a Di Caprio, che però non ne avrebbe fatto parola.
“Lo sa che sta in difetto”, commenta. Ancora più grave, Pasquale prevede che, con l’uscita di carcere di Nicola Rullo, Di Caprio potrebbe subire un’aggressione da parte di Michele Rullo, esponente del clan Contini.
Inoltre, accusa Di Caprio di averlo “bruciato” davanti ai vertici del clan Mazzarella, come Michele Mazzarella e Salvatore Barile, minando la sua credibilità.Un episodio significativo riguarda Gaetano Starace, sospettato di spaccio non autorizzato nel territorio dei Buonerba.
Pasquale ammette che, senza prove concrete, non ha agito direttamente contro di lui per evitare di “fare una figura di merda” con Michele Mazzarella. “Se ho la conferma, sparo in faccia”, afferma, sottolineando la necessità di rispettare il “sistema dei Buonerba”.
Giuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca”
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