Napoli – «Oggi hai l’opportunità di scegliere il tuo futuro, diventa un medico di famiglia». È questo lo slogan che campeggia in questi giorni sui cartelloni pubblicitari affissi davanti ai principali Policlinici universitari e Aziende ospedaliere di Napoli.
Un’iniziativa insolita, e insieme urgente, messa in campo dalla Fimmg Napoli, il sindacato dei medici di medicina generale, per fronteggiare la crescente carenza di camici bianchi anche sul fronte della medicina territoriale.
La campagna si rivolge direttamente ai giovani medici e studenti in procinto di scegliere la propria specializzazione post-laurea, con l’obiettivo di invertire una tendenza ormai consolidata: quella di snobbare la formazione triennale in medicina generale. Una disaffezione che rischia di lasciare scoperti centinaia di ambulatori di base in Campania.
«Dobbiamo agire subito o i cittadini resteranno senza medico di famiglia, perdendo l’assistenza di prossimità», avverte Luigi Sparano, segretario provinciale della Fimmg. «Solo nella Asl Napoli 1 – aggiunge Pina Tommasielli, del direttivo – ci sono circa 90 posti vacanti da coprire entro fine anno, ma già sappiamo che sarà complicatissimo trovare chi li occupi. In tutta la Campania mancano all’appello almeno 500 medici di base».
La situazione è critica anche a livello nazionale: nel 2023, su 2.623 borse disponibili per accedere alla formazione in medicina generale, ben 383 sono rimaste vacanti, con picchi di rinuncia superiori al 40% in alcune regioni.
Un trend preoccupante che il sindacato imputa a una «narrazione distorta» del ruolo del medico di famiglia, spesso svilito o considerato residuale nel dibattito pubblico e politico.
Eppure, sottolineano dalla Fimmg, i numeri raccontano tutt’altra storia. «Il 73% dei cittadini viene ricevuto dal proprio medico di base entro una settimana, l’87% entro due. Solo il 4% attende più di quindici giorni – fa notare Corrado Calamaro, altro dirigente del sindacato – segno che, nonostante le difficoltà, il modello resta efficiente e capillare».
Dietro l’allarme, c’è anche un’accusa alle istituzioni: «È paradossale che a promuovere questa professione sia il sindacato, mentre chi avrebbe la responsabilità di valorizzarla resta silente», sottolineano i rappresentanti della Fimmg. La speranza, ora, è che la campagna – lanciata in concomitanza con il bando per il triennio 2024-2027 attivo fino al 12 giugno – riesca a invertire la rotta e riportare interesse verso un settore che resta il pilastro della sanità pubblica.
«Il problema non è il ruolo giuridico del medico di famiglia – conclude Sparano – ma la mancanza di risorse e di attenzione politica verso una figura che rappresenta la spina dorsale del Servizio sanitario nazionale. E lo dimostrano anche gli ultimi accordi regionali, che mostrano come sia possibile realizzare, già nell’attuale cornice normativa, i progetti del Pnrr legati alla medicina territoriale, comprese le sinergie con Case e Ospedali di Comunità».
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