Falsi incidenti, arruolati ragazzini e poveri. TUTTI I NOMI

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Assoldavano persone in precarie condizioni economiche e, in alcuni casi, anche minorenni o affette da gravi patologie per simulare falsi incidenti stradali.

Vittime che acconsentivano di subire lesioni anche di particolare gravità con la promessa che il risarcimento assicurativo sarebbe stato più consistente quanto più gravi fossero stati i danni: si procuravano ferite agli arti, si fratturavano i polsi o si spezzavano i denti con il tagliaunghie.

E’ quanto emerso nell’ambito delle indagini coordinate dalla procura di Avellino che hanno portato all’esecuzione di 11 misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati per associazione per delinquere finalizzata alla truffa in danno di istituto di assicurazione e falsità materiale ed ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici (quattro persone finite in carcere, un obbligo di dimora e due sospensioni dall’esercizio della professione).



    E’ stato contestualmente eseguito un sequestro preventivo di beni mobili e immobili per la somma concorrente di 273mila euro nei confronti di 10 degli indagati, ritenuti i promotori e gli organizzatori dei gruppi criminali.

     Falsi incidenti, arresti domiciliari per due avvocati

    Agli arresti domiciliari anche due avvocati del Foro di Avellino: Fabio Guerriero e William Trerotola. Medesimo provvedimento per Giuseppe Testa e Ramona Fierro. Sospesi dall’esercizio della professione i consulenti Samantha Porcile e Salvatore De Vito. In carcere Kevin De Vito, Danilo Porcile, i fratelli Patrizio e Mario Emanuele Tedesco. Ancora, destinatario dell’obbligo di dimora Gennaro Cirino.

    Le investigazioni hanno permesso di accertare che fossero tre le organizzazioni attive soprattutto ad Avellino dedite a una notevole quantità di falsi incidenti stradali, con il concorso di diversi complici, di varia estrazione sociale e professionale. Sono 74 i finti incidenti ricostruiti, per un potenziale danno economico alle compagnie assicurative coinvolte pari a circa 600mila euro (di cui oltre 270mila circa già liquidati a favore delle false vittime degli incidenti).

    Nel sistema sono risultate coinvolte 267 persone, ciascuna delle quali con compiti ben precisi. I falsi sinistri erano inscenati in aree prive di sistemi di videosorveglianza e, dunque, difficilmente documentabili. Sono 17 i medici indagati per aver rilasciato attestazioni false circa le lesioni subite dalle vittime, tre gli avvocati (due dei quali finiti agli arresti domiciliari) e due i titolari di studi di infortunistica stradale, destinatari del provvedimento di inibizione all’esercizio dell’attività professionale.


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