Arzano, i Monfregolo chiedevano il pizzo alla mamma di Belgiorno per la piazza di spaccio

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Arzano. La piazza di spaccio di via Zanardelli sotto estorsione dei Monfregolo- Alterio: per la tranquillità 3.500 euro al mese dalla mamma del boss Giosuè Belgiorno (nella foto a sinistra). Una vera e propria organizzazione dedita alla richieste estorsive sta emergendo dall’ordinanza cautelare che ha portato in carcere 29 soggetti di cui due ancora uccel di bosco.

Si tratta di un altro significativo settore di attività del clan che impone il pagamento di quote estorsive anche a coloro che svolgono attività illecite — non gestite direttamente dal clan – sul terriccio controllato. Le conversazioni intercettate hanno permesso alla polizia giudiziaria di ricostruite un’estorsione in danno di Russiello Concetta detta ”a’ cecata”, alla cui realizzazione forniscono un contributo determinante: Monfregolo Giuseppe, Monfregolo Mariano, Monfregolo Anna, Grassini Luisa, Caiazza Antonio e Alterio Raffaele.

“L’ episodio è altamente significativo – scrivono gli inquirenti – perché, oltre a confermare la volontà di controllo assoluto del territorio, fornisce importanti elementi per ricostruire lo stato dei rapporti con il clan Amato-Pagano.



    Dalle conversazioni intercettate e dal tenore degli SMS scambiati tra i due fratelli Monfregolo emerge che esponenti apicali del clan Amato-Pagano sono intervenuti, al fine di intercedere ed ottenere la riduzione della quota dovuta dalla donna”.

    La Russiello, infatti, è la madre di Giosuè Belgiorno detto il grande, ritenuto affiliato, e da poco tornato in libertà. Giuseppe Monfregolo, come scrivono i carabinieri, aveva adottato un sistema di comunicazione coni familiari basato sull’utilizzo di utenze dedicate da far funzionare solo attraverso messaggi di testo.

    La captazione degli SMS è avvenuta mediante la registrazione dei dialoghi fra i presenti all’interno dell’abitazione dei Monfregolo, in quanto Mariano Monfregolo si avvaleva dell’ausilio della sorella Anna Mogfregolo e della madre Luisa Grassini che leggono i messaggi in entrata, mentre Mariano detta loro i messaggi da scrivere ed inviare in risposta la fratello.

    Le conversazioni intercettate hanno consentito di ricostruire l’estorsione avente ad oggetto una percentuale dei ricavi derivanti dalla gestione dì una piazza di apaccio di hashish nelle immediate adiacenze di Piazza Cimmino, gestita da Russiello Concetta detta “a’ cecata“.

    Dalle conversazioni emerge che: la donna già versava, da tempo, una quota di euro 3.350 mensili al gruppo camorristico della “167 di Arzano”; Monfregolo Mariano, al fine di generare un flusso costante di denaro nelle casse del clan, aveva organizzato delle piazze di spaccio nelle adiacenze di piazza Cimmino, in via Zanardelli ed in via Einaudi, quest’ultima nota come “la cornetteria” (poiché sita nei pressi di una cornetteria in via Galileo Galilei incrocio via Einaudi).

    L’attività di spaccio, gestita da Monfregolo Mariano, disturbava, di fatto, la piazza di spaccio di Russiello Concetta che aveva ridotto la somma consegnata a titolo estorsivo. Mariano Monfregolo, come emerge nella conversazione del 29 marzo 2019, circa dieci giorni prima della data dell’intercettazìone aveva inviato Alterio Raffaele, detto “vavarone” (nella foto a destra), da Russiello Concetta per sollecitare il pagamento, prospettandole la chiusura dell’illecita attività.

    Russiello Concetta, a quel punto, si rivolgeva agli “amici di Melito” (chiaro riferimento al clan Amato-Pagano) che mediavano con i Monfregolo per ottenere la riduzione della somma dovuta, anche in considerazione dei legami familiari della donna con esponenti della criminalità melitese.

    Venivano organizzati diversi incontri tra Mariano Monfregolo Mariano e i mediatori di Melito. Questi incontri venivano commentati all’interno dell’abitazione, in quanto Mariano ne riferiva gli esiti al fratello Giuseppe, al tempo latitante.

    Un primo incontro veniva registrato il 29 marzo. In quella data, infatti, Mariano Monfregolo comunica al fratello che, nel pomeriggio, ha incontrato “quelli di Melito” che chiedevano di aiutare Russiello Concetta, considerato il calo delle vendite ed anche i vincoli di parentela con esponenti della criminalità di Melito.

    A tale incontro aveva partecipato anche Antonio Caiazza. Nella serata del 30 marzo Mariano, a causa di alcuni impegni che gli impediscono di fermarsi a lungo presso l’abitazione dei genitori, incarica la sorella Monfregolo Anna di inviare, all’orario prestabilito, delle imbasciate al fratello Giuseppe Monfregolo per informarlo che l‘incontro con “quelli di Melìto “, per la questione della piazza di spaccio di Russiello Concetta, era avvenuto e che avevano partecipato dementi apicali della criminalità Melitese (definiti “i santi”).

    Il aprile 2019, Mariano Monfregolo, sempre attraverso SMS, comunica al fratello l’accordo raggiunto con” quelli di Melito”: Russiello Concetta avrebbe dovuto versare 2.250 euro invece di 3.350.

    Monfregolo Giuseppe rimprovera il fratello per aver preso un accordo senza il suo preventivo consenso e Mariano gli dice che ha preferito avere un incasso ridotto ma certo, piuttosto che rischiare la perdita secca derivante dalla chiusura della piazza. Mariano spiega al fratello Giuseppe che la rideterminazione della rata estorsiva è dovuta al fatto che Russiello Concetta in precedenza aveva un giro di affari superiore e vendeva circa 60 “stecche” (dosi di sostanza stupefacente tipo hashish) al giorno, mentre, attualmente, anche per la presenza di nuove piazze di spaccio organizzate da loro stessi, vende solo 15 “stecche” al giorno.

    Il 3 aprile all’interno dell’abitazione dei Monfregolo vengono captati dialoghi dai quale si ricava che il pagamento della somma di 2250 euro da parte di Russiello Concetta era avvenuto. Mariano, facendo il rendiconto degli incassi mensili, come da richiesta fatta arrivare da Giuseppe tramite SMS, riferisce proprio dell’avvenuto pagamento.

    Dalle numerose intercettazioni quelli di “Melito”, chiedono sia consentito a Russiello Concetta di continuare a gestire la piazza di spaccio, nonostante l’inadempimento iniziale nei pagamenti, Cosa che avviene attraverso l’intercessione del boss Giuseppe Monfregolo. Mariano Monfregolo indica Alterio Raffaele, detto “vavarone”, come colui che si è rivolto a Russiello Concetta, intimandole la chiusura delle attività illecite qualora non avesse pagato quanto dovuto anche se Mariano, conferma che il calo nel giro d’affari di Russiello Concetta è dovuto alla presenza di un nuovo concorrente che spaccia nella stessa zona e riferisce che il giorno successivo vi sarebbe stato un incontro con il clan Amato-Pagano.

    Giuseppe Monfregolo ordina che il confronto avvenga solo con il clan Amato-Pagano e non direttamente con la Russiello, donna di limitata caratura criminale.

    Luigi Vanacore


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