Napoli, il miracolo lampo di San Gennaro

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Niente attesa a Napoli per il ‘miracolo di maggio’ di San Gennaro.

Poco prima delle 17 sono state estratte dalla cassaforte le ampolle contenenti il sangue del patrono, che era gia’ liquefatto contrariamente al solito. Le reliquie sono state portate in processione dal duomo alla basilica di Santa Chiara, riprendendo cosi’ il corteo sacro che da secoli si svolge nel sabato precedente la prima domenica di maggio.

La processione mancava da tre anni: nel 2019 non si tenne causa maltempo, negli ultimi due anni a causa dell’emergenza Covid: migliaia di persone hanno partecipato all’evento. Le reliquie del patrono hanno lasciato la cattedrale di Napoli per essere portate in processione nella basilica di Santa Chiara, un rito antico di secoli che pero’ era stato sostituito da una funzione ‘al chiuso’ sia nel 2019, causa maltempo, sia nei due anni successivi per la pandemia.



    Oggi dopo il via libera c’e’ una folla di fedeli, curiosi e turisti ad attendere il passaggio del busto e delle ampolle contenenti il sangue del patrono di Napoli e della Campania. Sangue che e’ stato trovato gia’ liquefatto all’apertura della cassaforte dove sono conservate le reliquie, evento non frequente ma comunque verificatosi gia’ altre volte in passato.

    Molti in strada portano la mascherina. Ad indossarla anche l’arcivescovo, Domenico Battaglia, i vescovi ausiliari ed i canonici della cattedrale che insieme ai membri della Deputazione ‘scortano il busto e le ampolle con il sangue di San Gennaro dalla cattedrale a Santa Chiara.

    Quella di oggi e’ la prima processione per il sindaco Gaetano Manfredi, eletto l’autunno scorso: il primo cittadino di Napoli custodisce una delle due chiavi della cassaforte, che si trova nella Cappella del Tesoro, dove sono conservate le ampolle. La processione di oggi si snoda lungo le strade del centro storico di Napoli.

    In tanti hanno voluto addobbare i balconi con drappi o semplicemente esponendo delle coperte. L’avvio della processione e’ stato preceduto da un breve momento di preghiera guidato dallo stesso arcivescovo. Il corteo viene accompagnato dalla Fanfara dei Carabinieri.

    Quello del sabato che precede la prima domenica di maggio, in ricordo della traslazione delle spoglie mortali da Pozzuoli alle catacombe di Capodimonte, è uno dei tradizionali tre miracoli che si rinnovano, solitamente, ogni anno: il 19 settembre, data in cui fu decapitato il martire nel 305 d.C. e dedicato al santo patrono cittadino; il 16 dicembre, nell’anniversario di una terribile eruzione del Vesuvio del 1631 arrestata, secondo credenza popolare, per intercessione del Santo.

    Nel corso dei secoli i fedeli non hanno mai smesso di ritenere l’evento prodigioso come un vero e proprio miracolo, segno della protezione dal cielo. Secondo la tradizione popolare, infatti, il tempo e l’intensità del sangue sono considerate di buon auspicio per la città. Il ritardo nella liquefazione o l’assenza del miracolo, nonostante canti, preghiere, invocazioni e litanie in dialetto viene considerato segno sfavorevole per Napoli e per i napoletani.

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     “Troppe volte in questo tempo ancora breve vissuto a Napoli ho dovuto accarezzare i volti giovani madri piagato dal dolore inaudito per la perdita di un figlio ucciso senza colpa, magari nell’ambito di una discussione tra ragazzi “.

    Lo ha detto l’arcivescovo di Napoli, Domenico Battaglia, durante l’omelia per il miracolo di San Gennaro. “Penso a Giovanni e a tutti i giovani, uomini, fratelli che ho dovuto accompagnare al commiato da questa terra”, ha aggiunto monsignor Battaglia.



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